mercoledì 3 luglio 2019
Alle 7:30 siamo già in movimento verso Ischia, abbiamo circa 135 miglia da fare, la navigazione prenderà l'intera giornata.
Facciamo colazione navigando, non c'è vento e il mare è piatto come una tavola.
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recupero plastica in mare |
Raccogliamo la solita plastica alla deriva e tac! il mare ci ringrazia: verso le 9:00 passando davanti al faro di Punta della Guardia a Ponza abbiamo una bella sorpresa: delfini in vista!!!
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tursiopi sulla poppa di Maramea |
Dei grossi tursiopi (
Tursiops truncatus) che per un po', senza mai avvicinarsi troppo vista la loro natura schiva, ci accompagnano tenendoci d'occhio, e stavolta la MiniMozza è sveglia, partecipa anche lei all'incontro magico.
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Tursiopi (Tursiops truncatus) |
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Tursiopi (Tursiops truncatus) |
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Tursiopi (Tursiops truncatus) |
Verso le 10:20 a circa 7-8 miglia da Ponza, andando verso Ventotene, ci sfila al traverso lo Scoglio La Botte.
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Scoglio La Botte |
Deve il suo nome al fatto che una volta somigliava davvero a una botte, poi le cannonate delle navi della Marina Militare, che lo usavano come bersaglio durante le esercitazioni, gli hanno cambiato i connotati e ora è un pinnacolo di roccia liscia e nera, che sorge dal mare blu cobalto e sprofonda fino a centinaia di metri; è infatti un paradiso per gli amanti delle immersioni subacquee.
Alle 11:30 si alza finalmente un po' di vento al lasco; proviamo a issare il jennaker... facciamo innumerevoli prove per sistemare le scotte, una si strefola e si spacca, poi un'altra mi scappa di mano e per tenerla manca poco che ci lascio un dito, dopo mezz'ora di tentativi troviamo l'assetto giusto, facciamo 4 kn con 9 kn di vento reale, e riusciamo a navigare a vela per circa 4 ore e mezza.
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Jennaker |
Vediamo sfilare alla nostra destra Ventotene e Santo Stefano intorno alle 14:00.
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Santo Stefano e Ventotene |
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Ventotene |
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Il carcere di Santo Stefano |
Ho letto che il carcere di Santo Stefano, costruito nel 1795 e in disuso dal 1965, è l'unico esempio in Italia dei principi del
Panopticon, un piano di carcere ideale teorizzato dal filosofo inglese illuminista Jeremy Bentham, secondo il quale "
nei tentativi di recupero dei detenuti [...] era possibile ottenere il dominio di una mente sopra un'altra mente [...] tramite una adeguata struttura architettonica"; tali principi prevedevano che tutti i detenuti, rinchiusi nelle proprie celle disposte a semicerchio, potessero essere individualmente sorvegliati da un unico guardiano posto in un corpo centrale, senza peraltro sapere se fossero in quel momento osservati o no. Secondo Bentham la dissuasione a fare il male derivava dalla consapevolezza di essere costantemente sotto controllo.
Deve essere una struttura interessante da visitare.
Assieme al jennaker apriamo randa e mezzana a farfalla e facciamo 6 kn!
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jennaker, randa e mezzana a riva |
Finalmente intorno alle 17:30 siamo in vista di Ischia.
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Ischia in vista |
Dopo circa un'ora diamo ancora nella rada davanti al porticciolo di Sant'Angelo e facciamo un bagno per poi scoprire che quindici giorni fa l'Arpac ha emanato il divieto di balneazione proprio in queste acque!!
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Ischia, Sant'Angelo |
Dopo esserci rinfrescati abbiamo una cosa importante da fare: tempo fa avevo comprato le Lung-ta, le bandiere di preghiera al vento tibetane, ma aspettavo il giorno giusto per appenderle perché essendo il loro significato strettamente legato all’astrologia tibetana ci sono dei giorni in cui è possibile farlo ed altri no, il 3 luglio è uno dei giorni favorevoli (su
questo sito c'è un calendario dove le date indicate con PF sono quelle propizie per appenderle al vento). Ovviamente il NormalCapitano è la persona giusta per questo delicato incarico: arma il tangone e ci sale su, guadagnandosi una foto con uno stacco di coscia lungo un chilometro!
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Prayer Flags - Bandiere tibetane |
Vi spiego qualcosa su queste bandiere e il loro uso.
Le preghiere al vento tibetane sono un simbolo delle cerimonie buddhiste, si narra che la forza di queste preghiere possa essere trasportata dal vento in tutta l’area che le circonda, sono sempre disposte a gruppi di cinque colori simboleggianti i cinque elementi, e vanno posizionate da sinistra a destra o dall'alto verso il basso nell’ordine di blu/spazio, bianco/aria, rosso/fuoco, verde/acqua e giallo/terra. Sono fatte in modo che si possano consumare con il tempo: ciò sta a sottolineare il fatto che la vita non è eterna, che nulla è stabile e tutto può cambiare: l'impermanenza buddhista.
Le bandiere hanno un cavallo del vento disegnato al centro, il Lung-ta per l’appunto, che la tradizione vuole esaudisca i desideri. Il cavallo trasporta tre doni: il Buddha, il Dharma (l’insegnamento Buddhista) e il Sanga (la grande comunità Buddhista), inoltre vi sono anche scritti dei mantra o delle preghiere che servono ad evocare amore, saggezza, compassione, forza e aiutano a superare le difficoltà e a proteggere dalle energie negative, oltre che a promuovere la pace e l’armonia tra tutti gli esseri viventi. Quando le bandiere sono troppo consunte per emanare la loro forza devono essere bruciate in modo che ancora una volta il loro potere possa essere trasportato in alto attraverso il loro fumo, in questo modo esse divengono parte permanente dell’universo; rimpiazzarle con delle nuove bandiere, proprio come nel ciclo della vita, serve a rinnovare la speranza per un mondo migliore in armonia tra uomo e natura.
Anche se non si è buddisti si possono usare queste bandiere tibetane, anzi i monaci buddhisti apprezzano tale pratica perché ritengono che anche l’uso grazioso e semplice di appendere le bandiere di preghiera diffonde buoni auspici a tutti gli esseri viventi.
Condividiamo i principi che le regolano e il loro significato, ecco perché abbiamo deciso di metterle su Maramea.
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Prayer Flags - Bandiere tibetane |
In serata, dopo cena, scendiamo a terra con il gommone per mangiare un gelato aspettandoci di trovare un bel borgo di pescatori dall'aria romantica, e invece ci troviamo in un susseguirsi di boutiques pretenziose, una gelateria dove compriamo tre gelati di gusti diversi solo nel nome perché sostanzialmente sono solo molto dolci e niente di più, e qualche ristorante. Insomma siamo rimasti piuttosto delusi. Peccato, perché dal mare Sant'Angelo è molto grazioso.
Domani abbiamo in programma di spostarci a Forìo, altro comune dell'Isola, da dove potremo raggiungere più facilmente i Giardini della Mortella che da tempo desideriamo visitare.
^_^
❤️
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