mercoledì 31 luglio 2019

12-14 luglio, Marina di Camerota (SA): Baia degli Infreschi e amaretti al cioccolato

venerdì 12 luglio 2019
Le boe sono gratuite, così decidiamo di stare qui per qualche giorno, anche perché vogliamo evitare di arrivare alle Eolie, nostra prossima tappa, nel fine settimana; inoltre sappiamo che per martedì è prevista una piccola perturbazione e non è il caso di trovarci in un posto con pochi ridossi come sono quelle Isole, dunque lasceremo che la perturbazione passi e poi ci muoveremo.
Il video che segue l'ho girato ieri, appena arrivati, la baia era nella pace assoluta.
Stamattina, invece, verso le 10:00, comincia il traffico delle barche che portano i turisti a visitare la baia. Noi siamo alla boa proprio sotto Punta Magazzeni, dove si trova la vecchia Tonnara di Linfreschi un privilegio dei feudatari Marchesi di Camerota, che avevano l’esclusiva della pesca. Fu attiva grazie all’opera prima dei fratelli Intartaglia e poi della ditta De Luca di Napoli, si pescavano oltre i tonni, anche pesci spada di 40-50 kg, fino al 1937 quando una tempesta portò via tutto (fonti Mareatavola e Archivio di Stato di Salerno - Cibo memoria storica).
resti della Tonnara Linfreschi e Torre di avvistamento ©Valeriaderiso
resti della Tonnara Linfreschi e Torre di avvistamento
L'X-Yachts che è alla boa accanto a Luciano, sulla parte destra della baia, va via, e allora ci spostiamo e prendiamo il suo posto, eviteremo così di stare sul tragitto scelto come preferenziale dai barchini dei turisti che vanno in su e in giù.
Questa baia, area marina protetta, è famosa per la sua bellezza e per le acque dolci surgive che versandosi in mare creano lo strano fenomeno dell'acqua superficiale più fredda rispetto a quella più vicino al fondale. In epoca romana il suo nome era Anphorisca perché qui era cavata l’argilla per la fabbricazione dei manufatti di terracotta. Divenne Anfresca, nel XVII secolo, sulle carte nautiche, Infreschi, oggi.
Nel '600 poi, divenne proprietà del Marchese di Camerota che fece costruire un frantoio con magazzino e taverna annessi.
Baia Infreschi - Cappella S. Lazzaro ©Valeriaderiso
Baia Infreschi - Cappella S. Lazzaro
Decidiamo di fare una passeggiata a terra: seguendo il sentiero che parte dalla piccola spiaggia in fondo alla baia arriviamo alla piccola cappella di S.Lazzaro, dove una gentilissima signora ci scatta una foto tutti insieme (manca Luciano, rimasto in barca)
tutti insieme
tutti insieme meno uno
Lungo il sentiero che porta ai resti della Tonnara già si gode di un magnifico panorama e si vede molto bene tutta la baia, con Maramea e Walrus ormeggiate ai corpi morti una accanto all'altra.
Marame e Walrus agli Infreschi ©Valeriaderiso
Marame e Walrus agli Infreschi
Della Tonnara non resta granché, ma è possibile ancora apprezzarne la costruzione e i bellissimi archi.
i resti della Tonnara Linfreschi ©Valeriaderiso
i resti della Tonnara Linfreschi
i resti della Tonnara Linfreschi ©Valeriaderiso
i resti della Tonnara Linfreschi
I tre Maramei - ©GigliolaPantera
I tre Maramei
©GigliolaPantera
Poi  continuiamo a salire ammirando dall'alto il bellissimo colore dell'acqua della baia, che la rende così attraente
Baia Infreschi - Marina di Camerota (SA) ©Valeriaderiso
Baia Infreschi - Marina di Camerota (SA)
e poi ancora su... su... attraverso vigne abbandonate al sole, fino ad arrivare all'Azienda Agricola Oasi Infreschi, dove facciamo una piccola sosta, ma nessuno di noi ha pensato di portare dei soldi e non possiamo approfittare delle cose buone che preparano.
Menù dell'Azienda Agricola Oasi Infreschi
Menù dell'Azienda Agricola Oasi Infreschi
Al ritorno è tutto meno faticoso
©GigliolaPantera
ma ci concediamo una pausa all'ombra
Man mano che scende la sera tutte le barche ed i gommoni vanno via, rimaniamo solo noi, Walrus e lo Swan 65 a goderci questo incanto di baia.

sabato 13 luglio 2019
È sabato e si vede! Oggi oltre alle barche dei turisti c'è il caos del fine settimana, motobagonghi di tutte le dimensioni e in gran numero, gommoni e barche a vela affollano la baia ormeggiandosi anche in quattro alla stessa boa. Scopriremo che c'è un'ordinanza della Capitaneria che permette l'ormeggio di quattro imbarcazioni allo stesso corpo morto, senza specificarne la stazza... una cosa assurda, perché un conto sono 4 barche sui 10 metri o 4 gommoni, un conto quattro barche grosse come la nostra o lo Swan 65 nostro vicino!!! Per fortuna nessuno ha la balzana idea di volersi ormeggiare al nostro corpo morto, noi siamo già molto pesanti, però verso l'ora di pranzo e per parte del pomeriggio ospiteremo un piccolo gommone a noleggio con quattro persone a bordo che si legherà sulla nostra poppa.
Io, Marco e Gigliola prendiamo il gommone per andare a Marina di Camerota distante 2-3 miglia: abbiamo da fare un po' di spesa e da buttare la spazzatura; Luciano Sara e Tosca restano a bordo di Walrus.
A terra ci sono dei cassonetti differenziati per carta, metallo e plastica, umido e indifferenziato, di quelli per i quali serve la tessera, ma non funzionano! Probabilmente non avremmo potuto usarli in ogni caso, in genere questo tipo di cassonetti sono per i residenti, ma ci dicono che entreranno in funzione ad agosto e che possiamo lasciare la spazzatura accanto ad un cestino di quelli urbani, alle 14:00 passerà il camion della nettezza urbana e li ritirerà. Peccato! Avevamo tanta plastica raccolta in mare oltre alla nostra spazzatura accuratamente differenziata...
Anche stasera si cena insieme, e io preparo - oltre al resto - degli amaretti al cioccolato per recuperare degli albumi che avevo in frigo da qualche giorno. Solo bianco d'uovo, zucchero, cioccolato fondente e farina di mandorle, così posso mangiarli anche io. Buonissimi! La ricetta l'ho trovata qui, anche se ho utilizzato meno zucchero.
Ecco le dosi e il procedimento:
160 gr di farina di mandorle - 100 gr di albumi (pari a 3 albumi) - 30 gr di cioccolato fondente - 180 gr di zucchero di canna.
Ho sciolto il cioccolato fondente a bagnomaria e l'ho lasciato raffreddare. Ho ridotto in farina le mandorle insieme a metà dello zucchero (che serve ad assorbirne l'olio) con il minipimer. Ho montato a neve ferma gli albumi con il resto delle zucchero e poi l'ho aggiunti delicatamente alla farina di mandorle, e infine ho aggiunto il cioccolato fuso e freddo. Ho scaldato il forno a 145 ° in modalità statica, con un cucchiaio ho distribuito il composto formando dei mucchietti ben distanziati tra loro, e li ho cotti per 20 minuti, poi ho spento il forno e li ho lasciati asciugare ancora altri 20 minuti.
amaretti al cioccolato ©Valeriaderiso
amaretti al cioccolato
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In serata rimaniamo di nuovo solo in tre: noi, Walrus e lo Swan 65.
Walrus, Maramea e lo Swan 65 agli Infreschi ©Valeriaderiso
Walrus, Maramea e lo Swan 65 agli Infreschi
La luna è crescente e luminosissima, silenzio assoluto oltre il frinire dei grilli che arriva da terra, né caldo né freddo temperatura perfetta, prima di andare a dormire ci godiamo il cielo stellato e la magia di questo posto, amplificata dalla differenza tra il caos della mattinata e la pace di questa serata, stesi sui cuscini di poppa.
domenica 14 luglio 2019
Stamattina ci siamo alzati di buon ora: vogliamo andare con il gommone nella Grotta degli Infreschi, impossibile da visitare dopo le 10:00 a causa dell'andirivieni continuo delle barche dei turisti che spesso entrano di poppa riempiendola di gas di scarico... ci chiediamo come facciano a sopravvivere le rondini che vediamo sfrecciare dentro e fuori l'anfratto tutto il giorno... a mio parere dovrebbero vietare l'ingresso a motore acceso.
Marina di Camerota (SA) - Grotta degli Infreschi ©Valeriaderiso
Marina di Camerota (SA) - Grotta degli Infreschi
La grotta è piccola, ma molto suggestiva. Lascio la parola alle foto che possono dire molto più di quanto potrei fare io descrivendovela.
Marina di Camerota (SA) - Grotta degli Infreschi ©Valeriaderiso
Marina di Camerota (SA) - Grotta degli Infreschi
Marina di Camerota (SA) - Grotta degli Infreschi ©Valeriaderiso
Marina di Camerota (SA) - Grotta degli Infreschi
Marina di Camerota (SA) - Grotta degli Infreschi ©Valeriaderiso
Marina di Camerota (SA) - Grotta degli Infreschi
Marina di Camerota (SA) - Grotta degli Infreschi, Stalattiti ©Valeriaderiso
Marina di Camerota (SA) - Grotta degli Infreschi, Stalattiti
Volevamo muoverci oggi verso le Eolie, ma le previsioni danno cattivo tempo in arrivo per cui ci fermeremo ancora un giorno qui e domani andremo verso Sapri dove aspetteremo che la perturbazione passi.
Luciano e Gigliola ci propongono di andare a pranzare all'Oasi Infreschi, ma io non mi sento un granché stamattina, quindi Sara andrà con loro e io e Marco resteremo in barca dando un'occhiata anche alla loro, non dimentichiamo che è domenica per cui si prevede una replica del caos di ieri.
Tosca, Sara e Luciano ©GigliolaPantera
Tosca, Sara e Luciano verso L'Oasi Infreschi
In realtà oggi è peggio di ieri: meno barche a vela, e molte più barche a motore, per lo più di grandi dimensioni.
Dopo aver avuto uno "scambio di idee" con l'armatore di un grosso motoscafo che voleva a tutti i costi ormeggiare sul nostro corpo morto (pur essendocene altri disponibili con barche molto più piccole della nostra), e dopo averlo convinto che insieme avremmo superato ampiamente la soglia della sicurezza a causa del peso di entrambe le barche, ed esserci sentiti dire che "...allora non dovete venire qui se siete così grossi (!!!!! e che dire allora dello Swan 65???)...", si avvicina un gommone il cui peso non è eccessivo pur essendo molto grosso, le persone a bordo si pongono in modo assai più garbato, saranno i nostri vicini durante la giornata; scambiando due chiacchiere con l'armatore scopriremo che si chiama Carlo e che vengono da Maratea (Carlo, se ti capiterà mai di imbatterti in questo blog sappi che è stato un piacere avervi come vicini).
Nel pomeriggio rientrano i gitanti e portano a Marco una porzione di un piatto tipico del posto, la Maracucciata, a base di maracuoccio, un particolare legume che si trova solo da queste parti, nella zona di Lentiscosa; ricorda la polenta, perché questo legume, sottospecie della cicerchia, viene abbinato con grano e olio, e mantecato con aglio, cipolla e crostini, dando vita ad un piatto saporito. Poi Sara e Gigliola portano Tosca a terra in canoa e Sara apprende le sue prime lezioni di pagaia!
Lezioni di pagaia ©Valeriaderiso
Lezioni di pagaia
Anche stasera, andate via tutte le barche, rimaniamo solo in tre, i soliti tre!
Walrus, Maramea e lo Swan 65 visti dalla Grotta degli Infreschi ©Valeriaderiso
Walrus, Maramea e lo Swan 65 visti dalla Grotta degli Infreschi

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lunedì 29 luglio 2019

10-11 luglio, Palinuro (SA): Baia del Buondormire - Marina di Camerota: gli Infreschi

mercoledì 10 luglio 2019
Stamattina ci svegliamo con il cattivo tempo.
@GigliolaPantera
Cielo plumbeo su Maramea
Siamo preparati, sapevamo che era in arrivo una perturbazione e qui dovremmo essere abbastanza ben riparati.
Non ci facciamo scoraggiare dal cielo grigio; con il gommone andiamo a prendere Luciano, Gigliola e Tosca all'ancora vicino a noi e ci dirigiamo su una delle piccole spiagge sotto le grotte che si aprono nella scogliera.
La spiaggetta che ci accoglie è molto suggestiva: le altissime pareti a strapiombo danno rifugio a numerosi rondoni che sfrecciano velocissimi sfiorando l'acqua, ci sono più aperture scavate nella roccia che formano piccole grotte dove è possibile inoltrarsi a piedi, in una la roccia forma una specie di altare con al centro un volto simile a quello di un Cristo, tutto creato esclusivamente da madre Natura con l'ausilio di vento e acqua, qui la mano dell'uomo arriva solo a portare la plastica (ma noi la portiamo via!). La sabbia è granulosa, composta da piccoli ciottoli ed è gradevolissima da calpestare. Nonostante cominci a schizzichiare un po' di pioggia facciamo tutti il bagno, l'acqua è trasparente e molto invitante, per nulla fredda. Anche sott'acqua c'è grane vita e varietà: piccole occhiate, pinne di re, qualche triglia, sciarrani e in un anfratto, nascosti come è loro abitudine degli apogon, detti comunemente re di triglie
@biologiamarina.org
Apogon o Re di triglie (Apogon imberbis)fonte foto Biologiamarina.org
Il brutto tempo porta mare mosso, nella baia arrivano delle onde che fanno rollare molto la barca, tanto che ci spostiamo tre volte cercando di ridossare più che si può dietro allo Scoglio del Coniglio,
Scoglio del Coniglio, Baia del Buondormire @Valeriaderiso
Scoglio del Coniglio, Baia del Buondormire
ma non servirà a molto, infatti passeremo una nottata semi insonne.

giovedì 11 luglio 2019
Al risveglio l'onda che ci fa rollare è aumentata. Aspettavamo vento forza 5-6 da nord-est che avrebbe dovuto spianarla, ma non si è visto nemmeno un alito. Inoltre la corrente ha portato nella baia una orrenda schiuma marrone che non invoglia per nulla a fare il bagno. Alle 15:50 ci decidiamo a spostarci; poco dopo che Luciano e Gigliola hanno salpato l'ancora li seguiamo. Ci sono circa 15 kn da nord/nord-ovest che ci permettono di andare a vela al gran lasco con 5 kn di andatura. Dopo un po' cambiamo bordo, strambiamo e filiamo a 7 kn!!
Inizialmente avevamo pensato di andare davanti alla spiaggia del Marcellino, ma ci arriva un sms di Luciano, sono alla boa nella Baia degli Infreschi e ce ne sono ancora 4 libere, ci dice "Sbrigatevi, qui è bellissimo, e le boe sono gratuite!"
Walrus agli Infreschi @Valeriaderiso
Walrus agli Infreschi
Alle 17:45 siamo ormeggiati anche noi alla boa in questa piccola ma magica baia, insieme a poche altre barche tra cui un X-Yacht e un bellissimo Swan 65 con a bordo una signora anziana da sola e l'equipaggio composto da Comandante e Marinaio, che lo scorso anno abbiamo avuto ormeggiata accanto a Portoferraio... anche il mare può essere piccolo!
@GigliolaPantera
Maramea agli Infreschi
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sabato 27 luglio 2019

5-9 luglio Salerno-Palinuro (SA)

venerdì 5 luglio 2019
Alle 10:00 molliamo gli ormeggi e mettiamo la prua verso Punta Campanella. C'è pochissimo vento, 3 kn al traverso, con genoa e mezzana a riva facciamo 5.5 kn... aiutati dal motore, ovviamente.
In vista di Capri, verso le 14:00 il vento cala del tutto e così chiudiamo le vele.
Eremo di San Costanzo - Massa Lubrense ©Valeriaderiso
il cinquecentesco Eremo di San Costanzo, ben visibile passando da Punta Campanella
Alle 15:00 siamo a Punta Campanella e finalmente arriva un po' di vento, 14 kn da W-NW al lasco, facciamo un bordo allontanandoci un po' dalla costa per andarlo a cercare, così con randa e genoa a riva possiamo spegnere il motore e navigare nel silenzio a 5,5 kn. Alla nostra sinistra sfila Gallo Lungo, l'isola più grande del piccolo arcipelago de Li Galli, così chiamato perché associato nell'antichità alle Sirene della mitologia greca, metà donna e metà uccello, responsabili dei naufragi delle imbarcazioni. Gallo Lungo è l'unica isola abitata fin dai tempi dei Romani, e nonostante le sue esigue misure ha una storia molto ricca di eventi: alla metà del 1800, la famiglia dei Conti di Guissi vi costruì una fattoria per l'allevamento dei conigli, ma dopo un iniziale successo nel 1873 una terribile tempesta colpì l'arcipelago e affogò tutti i conigli. Nel 1924 l'arcipelago fu poi acquistato da un coreografo e ballerino russo, Léonide Massine, che fece costruire una magnifica villa abbellita da Le Corbusier, successivamente acquistata nel 1989 dal celebre ballerino russo Rudolf Nureyev.
Gallo Lungo - Arcipelago Li Galli Positano (SA) ©Valeriaderiso
Gallo Lungo - Arcipelago Li Galli Positano (SA)
Alle nostre spalle lasciamo Capri e i suoi Faraglioni.
Capri e i Faraglioni ©Valeriaderiso
Capri e i Faraglioni
Alle 16:00 strambiamo, poi apriamo anche la mezzana, il vento è al traverso da W tra i 13 e i 15 kn, facciamo 5,5/6 kn. L'intenzione è di passare la notte da qualche parte in Costiera Amalfitana,  abbiamo sentito il nostro amico Riccardo che ci ha suggerito una serie di posti, siamo orientati a scegliere Maiori. Intorno alle 17:30 chiamo Fabrizio, un altro amico che gestisce una società di charter (la South Star) e che ci ospiterà per qualche giorno da domani, per ricordargli che siamo in arrivo. Mentre parliamo capisco che per lui sarebbe meglio se arrivassimo stasera e allora cambiamo programma: correggiamo la prua, accendiamo il motore, chiudiamo le vele e facciamo rotta verso Salerno.
Passiamo davanti ai caratteristici borghi della Costiera, il primo è Erchie, luogo del cuore per me, dove ho passato tantissime e bellissime estati della mia adolescenza e gioventù, e dove ho ancora tanti amici.
Costiera Amalfitana - Erchie (SA) ©Valeriaderiso
Costiera Amalfitana - Erchie (SA)
Cetara, dove producono la meravigliosa colatura di alici - che alcuni di voi, cari amici cari, hanno provato a casa nostra - con alle spalle l'arco naturale di Monte Finestra.
Costiera Amalfitana - Cetara (SA) e Monte ©Valeriaderiso
Costiera Amalfitana - Cetara (SA) e Monte Finestra
E infine Vietri sul Mare, l'ultimo paese prima di Salerno.
Costiera Amalfitana - Vietri sul Mare (SA) ©Valeriaderiso
Costiera Amalfitana - Vietri sul Mare (SA)
Nel frattempo scopriamo che Roberto e Michele sono anche loro qui con Denecia, ormeggiati alla Lega Navale! Di nuovo, come lo scorso anno all'Isola d'Elba, ci incontriamo per caso! Roberto ha avuto un piccolo incidente al braccio e prevedono di partire domani per tornare a Pozzuoli dove hanno da sistemare un problema con le batterie, ci invitano ad andare a cena fuori con loro, ma non ce la faremmo mai, così ci si mette d'accordo per vederci dopo cena e mangiare un gelato al Nettuno insieme [n.d.r: molti di voi non conoscono questa gelateria, rinomata in città, la prima a proporre più di trent'anni fa la brioche siciliana con il "tuppo" sfornata fresca e ripiena di gelato, una vera squisitezza, se vi capiterà di andare a Salerno da assaggiare assolutamente].
Arriviamo in vista della città in un'ora e mezza, alle 19:45 siamo all'ormeggio alla banchina alle spalle della Stazione Marittima. Avvisiamo il nostro amico Riccardo che ci ha seguiti virtualmente tutto il giorno e che credeva saremmo arrivati domani, e dopo pochissimo eccolo comparire con Ulla, la sua compagna! Passiamo un sacco di tempo a chiacchierare in pozzetto, finché non arriva la telefonata di Roberto e Michele: hanno finito di cenare e ci aspettano. Che bello avere questa accoglienza dagli amici!! meglio di così non potevamo immaginare. E domani vedremo la mia famiglia che ci sta aspettando da tempo...

sabato 6, domenica 7, lunedì 8 luglio 2019
I giorni successivi sono passati all'insegna di un gran caldo.
Li abbiamo trascorsi passando il tempo con la mia famiglia, anche se non sono riuscita a vedere tutti quelli che avrei voluto, facendo la spesa, i bucati accumulati, sbrigando questioni pratiche come l'assicurazione, e macinando chilometri e chilometri a piedi sotto il sole cocente. Domenica abbiamo portato la nonna a fare una girata su Maramea.
La nonna ©G.Salvatore
la nonna
Sono venuti insieme a noi amici vecchi e amici nuovi, e Sara ha subito legato.
©G.Salvatore
Ci hanno poi raggiunti anche gli zii con il loro Gozzo Aprea.
©G.Salvatore
un tuffo dal gozzo
Rientrati in città, nuova tappa gelato, stavolta da Giallo Limone, altra gelateria che merita una visita [hanno anche i cannoli freschi che riempiono al momento! e delle magnifiche granite]. Dopo la dolcezza del gelato, il momento dei saluti tra Sara e il suo nuovo amico è stato duro.
©G.Salvatore
Il lunedì abbiamo comprato una canna da pesca per Sara e una piumetta nuova per vedere se si riesce - finalmente - a pescare qualcosa a traina. Poi abbiamo chiuso il nostro soggiorno salernitano in bellezza con una magnifica cena da Riccardo e Ulla, anche se l'indomani volevamo partire presto non ci siamo resi conto del tempo che passava e siamo rientrati alle 2.00!!!

martedì 9 luglio 2019
Alle 8:00 in punto molliamo gli ormeggi e partiamo sotto un cielo grigio e un'umidità spessa e pesante, e niente vento...
Quando navighiamo a motore, come stamattina, ci capita spesso di recuperare cassette di polistirolo cadute dai pescherecci, buste, palloncini e altre "amenità", oggi ci dice bene: un parabordo nuovo di zecca!
Di solito per questi recuperi uso il raffio, un bastone telescopico con uncino appuntito che mi permette di infilzare la plastica e di portarla a bordo facilmente senza rischio di perderla; ma il raffio è un attrezzo pericoloso, quindi ogni volta che lo uso devo poi rimetterlo a posto. Oggi, poco dopo aver preso il parabordo alla deriva, avvistiamo qualcos'altro; per pigrizia invece del raffio, appena riposto,  decido di usare il mezzo marinaio, un bastone abbastanza lungo, con una specie di gancio stondato sulla testa e  un manico sulla coda, che si usa per prendere le cime di ormeggio. Tenendolo per il manico di gomma mi piego oltre la battagliola per vedere di cosa si tratta stavolta: un secchio mezzo pieno d'acqua. Lo aggancio e ... sguish... il mezzomarinaio si fila dal manico, vola in mare e io resto con il manico in mano! Per fortuna galleggia!! velocissimamente il NormalCapitano mette il pilota automatico, prende il raffio dal gavone, riacciuffa il mezzo marinaio e anche il secchio!! È proprio un NormalCapitano!!
Dopo la rocambolesca avventura del mezzomarinaio, verso le 10:40 si alza il vento, poco, 7-8 kn di bolina da sud-sud/ovest, mettiamo tutte le vele a riva e con il motore al minimo dei giri facciamo 5.6 kn. Pian piano il vento aumenta arrivando a 11-12 kn, possiamo spegnere il motore e navighiamo a 6 kn.
Porticciolo di Punta Licosa (SA) ©Valeriaderiso
Porticciolo di Punta Licosa
Verso le 14:00 l'isola di Licosa ci sfila al traverso, sarebbe bello fermarsi, questo è uno dei miei posti del cuore, fondali bellissimi e acqua cristallina, con la pineta che arriva quasi al mare, ma non saremmo ridossati.
Isolotto di Licosa (SA) ©Valeriaderiso
Isolotto di Licosa (SA)
Eravamo indecisi se di fermarci nella vicina baia di Ogliastro o proseguire per Palinuro, ma sentiamo Luciano e Gigliola che, con il Walrus, sono proprio lì, così non abbiamo più dubbi e proseguiamo. Il vento cala e dobbiamo riaccendere il motore, fine della pace.
Alle 18:30 siamo nella Baia del Buondormire, subito dopo Capo Palinuro.
le grotte nella scogliera di Capo Palinuro (SA) ©Valeriaderiso
le grotte nella scogliera di Capo Palinuro (SA)
Capo Palinuro (SA) ©Valeriaderiso
Capo Palinuro (SA)
la torre di Capo Palinuro (SA) ©Valeriaderiso
la torre di Capo Palinuro (SA)
Ormeggiamo tra la costa e lo Scoglio del Coniglio, accolti dai nostri amici livornesi e felici che le nostre rotte si incontrino di nuovo.
Baia del Buondormire e Scoglio del Coniglio ©Valeriaderiso
Baia del Buondormire e Scoglio del Coniglio
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giovedì 25 luglio 2019

4 luglio, Ischia (NA): Forìo, l'elica di prua e i Giardini della Mortella

giovedì 4 luglio 2019
Alle 9:00 salpiamo l'àncora e ci muoviamo verso Forìo. Ieri abbiamo chiamato il Marina e abbiamo prenotato un posto per poter scendere a terra e visitare con tutta calma i Giardini della Mortella.
Ischia - Forìo ©Valeriaderiso
Ischia - Forìo
Forio è il comune, tra i sei dell'isola di Ischia, più grande per territorio. Nel corso dei secoli ha subìto diverse invasioni dai Saraceni, di cui conserva marcati segni nell'architettura locale
Ischia - Forìo ©Valeriaderiso
Ischia - Forìo
Ischia - Forìo ©Valeriaderiso
Ischia - Forìo
Ischia - Forìo ©Valeriaderiso
Ischia - Forìo
e nella presenza di numerose torri di avvistamento e difesa, tra cui la più famosa è il Torrione.
Ischia - Forìo, il Torrione ©Valeriaderiso
Ischia - Forìo, il Torrione
Ischia - Forìo, il Torrione ©Valeriaderiso
Ischia - Forìo, il Torrione
Ischia - Forìo, Chiesa del Soccorso ©Valeriaderiso
Ischia - Forìo, Chiesa del Soccorso 
Dopo un'ora siamo lì; mentre entriamo in porto contattiamo gli ormeggiatori per capire dove ci è stato riservato il posto, facciamo scendere l'elica di prua che non usiamo da quando eravamo a Livorno e dopo una prima prova sentiamo uno stranissimo rumore: l'elica non funziona!! Avvisiamo immediatamente l'ormeggiatore visto che in retromarcia Maramea governa poco e male, e con l'aiuto del gommone che ci spinge la prua riusciamo ad ormeggiare, ma ci danno male le cime, Maramea è storta e la passerella andrebbe a sbattere sulla colonnina dei servizi, bisogna spostare tutto... insomma ci mettiamo quasi un'ora a sistemarci a modo. Il NormalCapitano avvisa di dover controllare perché l'elica di prua non ha funzionato - gli ormeggiatori chiudono un occhio perché in porto non si può fare il bagno, tanto meno immergersi senza permessi - e con maschera e pinne va in acqua. Il responso: abbiamo perso l'elica di prua!!
Super Maramu - Maramea, elica di prua
Elica di prua di rispetto
Per fortuna ne abbiamo una di rispetto, ma va montata, per cui dovrà tornare in acqua. Se ci becca la Capitaneria ci fa una bella multa... ma noi confidiamo nella buona energia dell'universo... Dopo mezz'ora circa è tutto a posto... è proprio un NormalCapitano!
Ora bisogna ordinarne un'altra da tenere a bordo direttamente all'Amel in Francia. Scriviamo una email, ci rispondono immediatamente: le eliche sono in riassortimento, bisogna aspettare che siano di nuovo disponibili. E aspettiamo... [a oggi, 23 luglio, ancora nessuna notizia!!!]
Nel frattempo si è fatto mezzogiorno e anche se fa caldissimo ed è quasi ora di pranzo di certo non rinunciamo alla nostra visita ai Giardini della Mortella, siamo venuti qui apposta!! Prepariamo dei panini per i "glutenmangianti" e dei semplici pomodori a fette per la "glutenfreescrivente" e andiamo.
Facciamo i biglietti per l'autobus che va verso Ischia Porto, che arriva affollatissimo, e nella calca per commettiamo l'errore di salire dalle porte di dietro cosa che non ci permette di chiedere all'autista qual è la nostra fermata, ma per fortuna c'è un gentilissimo signore che mi vuole cedere il posto (la mia prima volta, a parte quando ero incinta!!! ma è stato sufficiente il pensiero, e ho detto no grazie!) che ci dirà quando è il momento di scendere.
Arrivati nella strada che porta ai Giardini, passiamo dal caos delle automobili alla pace assoluta, che diventa magia appena varcato l'ingresso! Si sentono solo i cinguettii degli uccelli, il frinire delle cicale e il gorgogliare delle piccole fontane sparse ovunque in questo eden in terra. Facciamo subito una prima sosta su delle panchine messe in cerchio attorno ad uno zampillo refrigerante sotto alberi frondosi, e ci sfamiamo, a stomaco pieno tutto viene meglio!
pausa pranzo ai Giardini della Mortella
pausa pranzo ai Giardini della Mortella, abbiamo scambiato il NormalCapitano con Walter Chiari
Poi ci facciamo catturare dal rigoglio delle piante e, da questo momento fino alla fine della visita, è tutto un susseguirsi si esclamazioni di meraviglia.
Ischia, Giardini della Mortella ©Valeriaderiso
Ischia, Giardini della Mortella
Ischia, Giardini della Mortella ©Valeriaderiso
Ischia, Giardini della Mortella
Ischia, Giardini della Mortella ©Valeriaderiso
Ischia, Giardini della Mortella
Ischia, Giardini della Mortella ©Valeriaderiso
Ischia, Giardini della Mortella
Ischia, Giardini della Mortella ©Valeriaderiso
Ischia, Giardini della Mortella
Ischia, Giardini della Mortella ©Valeriaderiso
Ischia, Giardini della Mortella
Questo giardino-museo è stato creato a partire dal 1956 da Susana Walton, la moglie del compositore inglese Sir William Walton. La coppia si era stabilita a Ischia nel 1949 e aveva acquistato i terreni posti in una gola di origine vulcanica dove decisero di costruire la propria casa. Per disegnare questo grande spazio selvaggio e irto di rocce si avvalsero della creatività dell'architetto dei giardini Russell Page, grande ammiratore della musica di Walton, ma la realizzazione del suo progetto, la supervisione di tutti i lavori, la scelta delle piante, la creazione vera e propria del giardino meraviglioso che è oggi La Mortella, si deve interamente a Lady Walton che per più di 50 anni vi ha dedicato la sua leggendaria energia, il suo infaticabile entusiasmo e la sua passione e competenza botanica. Il giardino è aperto al pubblico dal 1991, è amministrato dalla Fondazione Walton, creata da  Lady Walton alla morte del marito, e oggi custodisce le ceneri di entrambi; è visitabile da aprile a novembre e vi si organizzano stagioni concertistiche. Aver scelto questo orario così caldo per visitarlo ci dà l'enorme privilegio di essere quasi soli e di goderci i suoi spazi pienamente e con calma; man mano che percorriamo i viali e saliamo ai livelli superiori dei diversi terrazzamenti, godiamo dei piccoli dettagli disseminati ovunque con cura
Ischia, Giardini della Mortella ©Valeriaderiso
Ischia, Giardini della Mortella
Ischia, Giardini della Mortella ©Valeriaderiso
Ischia, Giardini della Mortella
e dei panorami magnifici sulla baia di Forìo
Ischia, panorama dai Giardini della Mortella ©Valeriaderiso
Ischia, panorama dai Giardini della Mortella
Mentre andiamo via, verso le 16:30, cominciano ad arrivare decine e decine di persone.
Andiamo ad aspettare l'autobus per tornare al porto, la fermata è lungo un muro che dà direttamente sulla strada, quasi in curva: dobbiamo stare uno affianco all'altro schiacciati contro il muro per non rimanere schiacciati a nostra volta dalle auto che sfrecciano... per fortuna siamo all'ombra, la fermata nell'altro senso è in eguali condizioni ma al sole!!!
Arrivati a destinazione ci concediamo un bel gelato, io prendo il gusto arancia e peperoncino, veramente particolare! Avremmo voluto assaggiare il famoso coniglio all'ischitana, ma non riusciamo a trovare un ristorante che possa prepararcelo da asporto... peccato, ci proveremo la prossima volta che passeremo per quest'isola.
Facciamo una breve passeggiata tra i vicoli del borgo, siamo troppo stanchi per visitare altro, sotto al Torrione, purtroppo ancora chiuso, c'è questo pannello, nato da un progetto realizzato dagli alunni della scuola media locale, dove sono raccolti tutti gli antichi soprannomi di queste zone.
Ischia, Forìo, gli antichi soprannomi locali ©Valeriaderiso
Ischia, Forìo, gli antichi soprannomi locali
Torniamo in barca a mettere i costumi, fa caldissimo e ci vuole un bagno che ci rinfreschi, così andiamo sulla spiaggia alle spalle del porto. Cena a bordo e nanna, domani si riparte alla volta della Costiera Amalfitana.

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