giovedì 9 luglio 2020

Brucoli: risveglio col botto e partenza di Luna Blu (25-29 giugno 2020)

A parte l'affollamento del fine settimana, nella baia di Brucoli nei giorni restanti regnava la pace assoluta, c'eravamo all'ancora solo noi, Luna Blu e un paio di altre barche ormeggiate parecchio distanti. La pace assoluta dicevo, ma... la mattina del 25 giugno, dormivamo placidamente nelle nostre cuccette quando intorno alle 5:45 un botto pazzesco sullo scafo ci ha fatti svegliare di soprassalto! Il NormalCapitano è schizzato fuori io l'ho raggiunto uscendo dal passauomo di poppa: una barca c'era venuta addosso!!! nella baia praticamente vuota!!
Una coppia di inglesi, con una barca di circa 10 metri. Avevano inserito l'autopilota ed erano tutti e due sottocoperta, erano usciti giusto in tempo per non prenderci in pieno, ma invertire la rotta e prenderci di striscio sulla murata sinistra a prua. La MezzaMarinaia che dorme proprio a prua sul lato sinistro, stava in quel momento sognando di chiudere una porta: che usciata!!! 
la barca del "botto" ormeggiata alla nostra murata sinistra
la barca del "botto" ormeggiata alla nostra murata sinistra 
Mortificatissimo il comandante inglese si è ormeggiato accanto a noi e una volta verificato che il danno era un coccio nel gelcoat
il danno sull'opera morta di Maramea
il danno sull'opera morta di Maramea
ha preso tutto il necessario per la riparazione ed è stato circa un'ora a lavorare sotto l'occhio vigile del NormalCapitano, che - chi lo conosce lo sa - è molto preciso ed esigente in faccende del genere, dunque era pronto ad interromperlo e a dirgli "Lasciamo fare all'assicurazione". 
Ma l'omino ha lavorato bene. La sua barca invece ha subito un bel danno: il pulpito di prua e il musone dove ha sede l'ancora erano piegati e qualche bullone saltato. Sicuramente la sua barca avrà bisogno di un intervento in cantiere.
il danno al pulpito di prua della barca inglese
il danno al pulpito di prua della barca inglese
Il giorno dopo, domenica mattina, Lucile, Laurent e Nino su Luna Blu hanno lasciato la baia diretti verso le Eolie. Ci siamo salutati con un po' di magone sperando di incontrarci di nuovo a Marina di Ragusa, a settembre.
partenza di Luna Blu - Nino e Lucile
partenza di Luna Blu - Nino e Lucile
partenza di Luna Blu - Nino e Laurent
partenza di Luna Blu - Nino e Laurent
Noi siamo rimasti ancora qualche giorno.
Maramea a Brucoli ©ValeriaDeRiso
Maramea a Brucoli
Nel fine settimana la baia si è animata, riempendosi di gommoni, motoscafi di varie dimensioni e moto d'acqua.
Sulla lingua di terra che si allunga sul mare a chiudere il golfetto a est, dove di solito al tramonto pascolano le mucche, venerdì sera sono arrivati dei campeggiatori. 
le mucche al pascolo sulla spiaggia di Brucoli ©ValeriaDeRiso
le mucche al pascolo sulla spiaggia di Brucoli
Due gruppi differenti, con tre auto il primo, e con due auto il secondo, che si sono sistemati poco distanti uno dall'altro. Organizzati con gazebi, tende, tavolini, ombrelloni, cibarie e suppellettili varie. Hanno trascorso lì l'intero fine settimana, divertendosi e godendo di un paesaggio incontaminato e bellissimo. Domenica sera sono andati via tutti. Marco aveva portato Kiba a sgambare sulla spiaggia: avevano lasciato un sacco enorme, pieno di spazzatura non differenziata (bottiglie, plastica, organico, anche dei pannolini) abbandonato lì, in mezzo alla spiaggia.
Non sappiamo quale dei due gruppi sia stato a lasciare i rifiuti; ammettiamo che li abbiano raccolti tutti per portarli via e poi alla fine se ne siano dimenticati, ma mi viene difficile pensare che su 8 persone adulte tutti siano stati così distratti, è più plausibile che nessuno si sia minimamente preoccupato di rimuoverli. Forse avrebbero meritato di ritrovarli lì il prossimo fine settimana. Loro. Ma il mare e suoi abitanti no. La natura no. Noi no, non ce lo meritiamo. E così lo abbiamo preso e smaltito noi.
la spazzatura abbandonata sulla spiaggia
la spazzatura abbandonata sulla spiaggia
Siamo rimasti a Brucoli ancora qualche giorno, fino al 29 giugno, quando verso le 9:00 ci siamo mossi di nuovo verso Siracusa dove siamo arrivati in quattro ore, purtroppo senza un alito di vento.
^_^

lunedì 6 luglio 2020

Brucoli: la poesia dell'Etna, i capperi e una torta (23-24 giugno 2020)

La scorsa settimana abbiamo fatto acqua ai pontili del Marina di Siracusa, ma l'acqua era assai sporca (abbiamo un filtro a monte del serbatoio) e pur avendo l'impianto ad osmosi bevendola aveva un saporaccio, così abbiamo deciso di spostarci in una baia con l'acqua pulita per rifornire il serbatoio con il dissalatore. Siamo andati a Nord-Nord Ovest di Siracusa, nella baia di Brucoli, che si trova proprio di fronte a Catania. Anche gli amici di Luna Blu si sono spostati con noi e abbiamo veleggiato insieme per le 5 ore che abbiamo impiegato ad arrivare.
Luna Blu ©ValeriaDeRiso
Luna Blu
Un bel traverso ha permesso ad entrambi di mettere a riva il jennaker, e di fotografarci a vicenda.
Maramea ©LucileCovello
Maramea ©LucileCovello
Al tramonto lo spettacolo dell'Etna con il suo pennacchio di fumo, e la città di Catania che pian piano si illumina.
Brucoli - Maramea e L'Etna ©LucileCovello
Brucoli - Maramea e L'Etna ©LucileCovello
Siamo rimasti in questa baia per sei giorni, durante i quali abbiamo visitato Brucoli che nel XV secolo pur essendo un piccolissimo borgo marinaro di pescatori, era considerato un"caricatore" fra i più importanti della Sicilia orientale.
Brucoli - Castello Aragonese ©ValeriaDeRiso
Brucoli - Castello Aragonese
In Sicilia erano chiamati caricatori le aree con un porto, dov’era depositato, per scopi commerciali, il grano proveniente dai luoghi interni dell’Isola. Ecco il motivo per cui nel 1466 venne edificato il Castello Aragonese che si trova alle spalle del faro e all'imbocco del porto-canale. Questa fortificazione non aveva solo scopi difensivi contro i turchi, ma anche per controllare i commerci marittimi e custodire le riserve di grano che vi confluivano. 
Brucoli - Castello Aragonese ©ValeriaDeRiso
Brucoli - Castello Aragonese
Bello percorrere con il gommone il porto-canale, una profonda gola scavata nel corso dei secoli dal torrente Porcaria, caratterizzata da grotte utilizzate come magazzini e rifugi per barche e merci.
Brucoli - le grotte del porto-canale ©ValeriaDeRiso
Brucoli - le grotte del porto-canale
Brucoli - le grotte del porto-canale ©ValeriaDeRiso
Brucoli - le grotte del porto-canale
Brucoli - le grotte del porto-canale ©ValeriaDeRiso
Brucoli - le grotte del porto-canale
La strada principale di Brucoli è disseminata di mosaici di un ignoto artista locale. L'abitato mi ha ricordato un po' Lampedusa.
Brucoli ©ValeriaDeRiso
Brucoli 
La MezzaMarinaia in questi sei giorni ha fatto innumerevoli bagni con il suo amico Nino
MezzaMarinaia e Nino
la MezzaMarinaia e Nino
raccolto capperi e cucunci insieme al NormalCapitano, che abbiamo messo sotto sale. I capperi e i cucunci, non il NormalCapitano.
raccolta capperi ©SaraBassi
capperi e cucunci ©ValeriaDeRiso
capperi e cucunci
capperi e cucunci ©ValeriaDeRiso
capperi e cucunci
Preso lezioni di apnea
dopo la lezione di apnea
dopo la lezione di apnea
e fatto la sua prima torta al cacao tutta da sola!
La prima torta della MezzaMarinaia
La prima torta della MezzaMarinaia
Una tortina semplice, velocissima da preparare e buona, giusta da inzuppare a colazione, senza glutine e senza molte altre cose, visto che è una torta "all'acqua". Però per la colazione è proprio l'ideale. Alla fine del post vi lascio la ricetta.
Kiba, saltydog, fa la guardia
Kiba, saltydog, fa la guardia
Kiba intanto ha continuato ad apprezzare la vita di bordo, e abbiamo anche scoperto che non ama le moto d'acqua: lei che non abbaia mai, quando nel fine settimana hanno cominciato a scorazzarci intorno, se si avvicinavano troppo partiva a difendere se stessa e il suo branco dai bolidi fastidiosi.
Prima di chiudere il post vi lascio la ricetta della
Torta al cacao all'acqua (senza glutine, senza uova, senza burro)
per uno stampo da plum cake o da 22 cm di diametro
207 gr di farina di riso integrale
57 gr di fecola di patate
36 gr di amido di tapioca (o di mais)
45 gr di cacao amaro
180 gr di zucchero
1 bustina di lievito 
300 gr d'acqua
40 gr di liquore di mirto (facoltativo)
Preriscaldare il forno a 160°, ungere e infarinare (con la farina di riso o la fecola) lo stampo. Mescolare tutti gli ingredienti secchi setacciandoli, unire il mirto all'acqua e aggiungere pian piano alle farine mescolando con una frusta in modo che non si formino grumi. Una volta ottenuto un impasto omogeneo versare nello stampo e cuocere per 45'-50'. Prova stecchino sempre d'obbligo.
Sfornare, togliere delicatamente dalla teglia e lasciare raffreddare avvolta in un panno.

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venerdì 3 luglio 2020

Compleanno Siracusano e Archimede (18-19 giugno 2020)

Durante questa nostra lunga sosta a Siracusa è capitato anche il mio compleanno. Come sempre accade a chi cucina, la torta me la sono preparata da me: una crostata, naturalmente senza glutine, con una deliziosa frolla alla carruba, confettura di mirtilli e mele. In fondo al post, per chi la vorrà assaggiare, lascio la ricetta.
52 candeline!
Ma sono stata ultra festeggiata dagli amori miei, che mi hanno fatto ben tre regali a sorpresa!!  
Per una famiglia dove gli adulti non si scambiano regali (chi ci conosce bene lo sa), sono tantissssssssimi, e il fatto che fossero inaspettati li ha resi ancora più graditi.
I miei regali sono stati: delle batterie nuove per la macchina fotografica, un bellissimo tonno in gres - di Rossella Capuano, (un'artigiana che mi piace molto, ma il NormalCapitano e la MezzaMarinaia non lo sapevano!) comprato nello stupendo negozio Fish House Art (di cui ho parlato qui) che va ad aggiungersi alla mia collezione - e due enormi, buonissimi, golosissimi arancini con melanzane e pistacchi SENZA GLUTINE, della pasticceria Artale! Insomma, super coccolata!
Gli arancini di Artale e il Tonno di Rossella Capuano
Gli arancini di Artale e il Tonno di Rossella Capuano
Alla fine della giornata sopra Maramea sono anche passati dei fenicotteri in formazione. Che spettacolo! peccato averli visti all'ultimo istante e non essere riusciti a fare una foto migliore.
Fenicotteri ©ValeriaDeRiso
Fenicotteri
Il giorno dopo il NormalCapitano e la MezzaMarinaia hanno preso le bici e sono andati in città a visitare il il Tecnoparco Archimede di Siracusa.
Come molti di voi sapranno, Siracusa è la città natale di un grande matematico e fisico dell'antichità, Archimede (287 a.C. - 212 a.C.) appunto. Nel parco, di 1.700 mq, è possibile ammirare repliche e modelli in scala di strumenti e e macchine del 3° secolo a. C., che fanno di Archimede una delle più grandi personalità della storia umana, tanto che dopo ventitré secoli la sua memoria è ancora vivissima. 
Tecnoparco Archimede di Siracusa - la vite di Archimede
Tecnoparco Archimede di Siracusa - la vite di Archimede
Io sono rimasta a bordo con Kiba che, come accade spesso nelle aeree museali, purtroppo non ha diritto all'accesso. La MezzaMarinaia è tornata entusiasta dopo aver ammirato leve, paranchi e argani, catapulte, specchi ustori, la vite senza fine e le macchine da guerra a grandezza naturale inventate o potenziate da Archimede per difendere la città di Siracusa durante l’assedio Romano nel III sec. a. C..
Tecnoparco Archimede di Siracusa - specchio ustore
Tecnoparco Archimede di Siracusa - specchio ustore
Siracusa - il π
Siracusa - il π
Ed ora, come promesso, vi lascio la ricetta della CROSTATA di MELE e MIRTILLI con FROLLA alla FARINA di CARRUBE.
Crostata di mele e mirtilli con frolla alla farina di carrube ©ValeriaDeRiso
Crostata di mele e mirtilli con frolla alla farina di carrube
Dosi per uno stampo da 26 cm:
150 gr di farina di riso integrale
60 gr di farina di teff (o di sorgo per un sapore ancora più delicato, o di grano saraceno per un sapore più rustico)
(il totale di queste due farine, cioè 210 gr, può essere sostituito con una normale farina tipo 2 se non si è intolleranti al glutine)
40 gr di farina di carruba (attenzione, farina di carruba, non di semi di carruba che è invece un addensante)
125 gr di burro
125 gr di zucchero di canna (anche un po' meno, visto che la farina di carrube è dolce, ma non esagerate a diminuire perché la frolla perde la sua friabilità)
scorza di 1 limone grattugiata
1 uovo intero
150 gr di composta di mirtilli
3 mele golden

(Io lavoro a mano, ma naturalmente potete usare un'impastatrice)
In una terrina lavoro con una forchetta lo zucchero e il burro freddo (se è un burro di buona qualità conterrà poca acqua e sarà abbastanza morbido anche se molto freddo), poi aggiungo l'uovo intero e la scorza di limone, e successivamente le tre farine. Solo durante gli ultimi minuti uso le mani per compattare l'impasto che poi avvolgo in un foglio di cotone imbevuto di cera d'api (io uso quelli di Beeopak, sono comodissimi e ultra ecologici, così ho eliminato definitivamente l'uso della pellicola di plastica) e metto in frigo per mezz'ora.
Passata la mezz'ora, scaldo il forno a 180°, stendo la frolla su un foglio di carta forno e la passo direttamente con la carta forno in una teglia con la cerniera apribile da 26 cm di diametro. La bucherello con i rebbi di una forchetta, la spolvero con poca farina di mais bramata da polenta (o altra senza glutine; io uso quella da polenta perché ha una granulometria spessa e un alto potere assorbente dell'umidità, così impedisce alla carta forno di attaccarsi) ci stendo un altro foglio di carta forno e sopra distribuisco uniformemente dei fagioli che uso e riuso da anni solo per fare la cottura "nuda" delle frolle. Metto in forno per 15 minuti. Nel frattempo sbuccio le mele, tolgo i torsoli e le taglio a fettine spruzzandoci su poco limone, in modo che non si anneriscano. Passati i 15 minuti, tolgo la base di frolla dal forno, tolgo la carta forno con i fagioli, stendo la composta di mirtilli in maniera uniforme (se è molto densa la allungo con pochissima acqua tiepida) e distribuisco le fettine di mele leggermente sovrapposte a formare una spirale dal bordo fino al centro (nelle foto noterete che stavolta mi sono sbagliata e ho fatto al contrario, ma viene meglio se si parte dai bordi). Spolvero con un po' di zucchero di canna e rimetto in forno per altri 25 minuti. 
Lascio raffreddare, e poi aperta la cerniera della teglia cerco di far scivolare delicatamente la crostata su un piatto, ma a volte, come questa, non mi formalizzo e la lascio con la carta forno (la verità è che avevo paura che si rompesse! le farine senza glutine sono poco elastiche).
Crostata di mele e mirtilli con frolla alla farina di carrube ©ValeriaDeRiso
Crostata di mele e mirtilli con frolla alla farina di carrube

^_^

martedì 30 giugno 2020

A Siracusa, con una passeggiata a Noto (5-15 giugno 2020)

Al nostro arrivo nella baia di Porto Grande Siracusa ci accoglie con uno dei tramonti più spettacolari visti finora, grazie anche alla bellezza imponente del Castello Maniace e della luna piena.
Luna piena al tramonto - Castello Maniace, Siracusa ©ValeriaDeRiso
Luna piena al tramonto - Castello Maniace, Siracusa
Questa baia è tranquilla, riparata e ampia, il fondo fangoso tiene bene. L'Isola di Ortigia è un bel vedere. Sul lato ovest c'è una piccola spiaggia proprio accanto alla foce del fiume Anapo, dove tutte le mattine possiamo portare Kiba a correre e sguazzare nell'acqua.
A pochi passi dal piccolo porticciolo dove è possibile lasciare il tender, accanto al Tempio di Apollo, c'è un fornitissimo mercato di frutta e verdure, oltre che di spezie, frutta secca, formaggi e pesce freschissimo. Poco distante, in via della Maestranza, una delle strade che partono da Piazza Archimede, la piazza con la Fontana di Diana, c'è l'ufficio postale, la bellissima libreria storica Mascali e, da poco, anche un negozio che vende frutta e verdura biologica freschi e prodotti siciliani (da provare assolutamente il formaggio caprino Talé), tra cui il miele dell'ape nera eoliana. E poi c'è Artale, la nostra pasticceria preferita, che fa degli ottimi cannoli senza glutine, ma soprattutto dei buonissimi arancini senza glutine!!!
Dato che abbiamo dei documenti da fare che richiederanno un po' di tempo, questo è il posto ideale.
Come ho detto, sul lato Ovest della baia sfocia, accanto al breve corso d'acqua Ciane, il fiume Anapo, che nasce sul Monte Lauro, la cima più alta dei Monti Iblei. Questo fiume deve il suo nome al fatto che in molti punti del suo percorso s'ingrotta nel sottosuolo, scomparendo alla vista, deriva infatti dal greco Άναπος, che significa "invisibile". Come la Fonte Aretusa, anche l'Anapo è legato ad un mito greco al rapimento di Persefone, figlia di Zeus e Demetra, da parte di Ade: volendo la ragazza per sé, Ade emerse dal suo regno sotterraneo attraverso un varco (di cui ancora oggi rimane traccia nella geografia siciliana, una pozza circolare e profonda sul Monte Lauro, antico vulcano dei Monti Iblei, da cui sgorga il fiume). La ninfa Ciane dai capelli turchini (in greco κυανό) compagna di Persefone, vedendo Ade che tentava di rapire Persefone, cercò di salvarla afferrando il carro in fuga, ma invano, perché il dio infuriato la colpì trasformandola in un corso d’acqua. Allora Anapo, che amava profondamente la ninfa, per restarle accanto, decise di farsi tramutare a sua volta in un fiume che scorresse vicino alla sua amata e ora i due fluiscono paralleli fino a tuffarsi insieme nelle acque del Porto Grande di Siracusa.
Incuriositi dalle canoe che quotidianamente escono dalla foce dell'Anapo, una mattina, dopo aver portato Kiba a fare lo sgambamento del mattino, ci siamo addentrati con il tender in uno dei suoi piccoli canali. Ci è sembrato di entrare in un'altra dimensione, quasi fiabesca e senza tempo. 
Anapo, Siracusa ©ValeriaDeRiso
La vegetazione era fittissima e ovunque c'erano rondini che sfrecciavano sul pelo dell'acqua, gallinelle d'acqua e anatre, che vedendo Kiba si guardavano bene dal farsi avvicinare. Sul fondo basso moltissimi muggini di tutte le dimensioni, anche molto grandi. 
Anapo, Siracusa ©ValeriaDeRiso

Anapo, Siracusa ©ValeriaDeRiso
Una corrente fortissima e contraria ci ha impedito di spegnere il motore del tender, che pur al minimo disturbava la quiete del paesaggio.
Qualche giorno dopo abbiamo noleggiato un auto per poterci recare negli uffici della questura a rinnovare i passaporti: erano troppo lontani da raggiungere a piedi e non c'era possibilità di salire sugli autobus cittadini con Kiba. Questo però ci ha dato l'opportunità, nel pomeriggio, di arrivare a Noto, distante circa mezz'ora da Siracusa. Noto, definita "capitale del Barocco", nel 2002 è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità da parte dell'UNESCO, insieme con le altrecittà tardo barocche del Val di Noto. Fu interamente ricostruita dopo il violento terremoto avvenuto nel 1693, che devastò buona parte di questa zona della Sicilia.
L'ingresso al centro storico avviene attraverso la Porta Reale, costruita nel 1838 nell'imminenza di una visita del re Ferdinando di Borbone, il re delle due Sicilie. 
Noto - Porta Reale ©ValeriaDeRiso
Noto - Porta Reale
Sembra di camminare all'interno di una enorme scenografia barocca, a cui i materiali di costruzione e lo stile omogenei danno un grande fascino. Lungo il corso si incontrano numerose chiese e palazzi imponenti: il Palazzo Ducezio, edificato nel 1746 rifacendosi ad un modello architettonico importato dalla Francia, e attualmente sede del Comune;
Noto - Palazzo Ducezio ©ValeriaDeRiso
Noto - Palazzo Ducezio
la Cattedrale di San Nicolò;
Noto - Cattedrale di San Nicolò ©ValeriaDeRiso
Noto - Cattedrale di San Nicolò
Noto - Cattedrale di San Nicolò ©ValeriaDeRiso
Noto - Cattedrale di San Nicolò
la chiesa di San Carlo al Corso, intitolata a San Carlo Borromeo;
Noto - San Carlo al Corso ©ValeriaDeRiso
Noto - San Carlo al Corso
il Palazzo Nicolaci di Villadorata, una residenza in stile barocco, costruita a partire dai primi anni del 1700, caratterizzata da sei balconi più piccoli (tre per lato), sorretti da mensoloni scolpiti uno in modo diverso dall'altro, con le sembianze di leoni, bambini, centauri, cavalli alati, chimere e sirene.
Noto - Palazzo Nicolaci di Villadorata ©ValeriaDeRiso
Noto - Palazzo Nicolaci di Villadorata
La MezzaMarinaia, ispirata da queste figure, trova un muretto e fa la Sfinge
MezzaMarinaia-Sfinge
Andiamo a zonzo godendoci questo scenario tra le poche persone in giro, per lo più abitanti del paese.
Noto ©ValeriaDeRiso
Noto ©ValeriaDeRiso

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venerdì 26 giugno 2020

Torniamo a navigare. Da Marina di Ragusa a Siracusa.

A metà di maggio abbiamo cominciato a pianificare la nostra partenza, e dato che l'autoclave che distribuisce l'acqua dolce a tutta la barca, ormai vecchissima, dava evidenti segni di cedimento ne abbiamo ordinata una nuova, su un sito di forniture nautiche che dichiarava di averle in magazzino. Dopo 10 giorni di attesa vana abbiamo scoperto che la dicitura "disponibile" non era che un acchiappacitrulli, perché non era per niente disponibile e a loro volta dovevano ordinarla non si sa dove, per cui abbiamo annullato l'ordine. Dopo un'ulteriore ricerca e un contatto telefonico con un altro fornitore ne abbiamo trovata un'altra che ci hanno spedito subito, ma ormai eravamo al 28 maggio, un giovedì, e i primi di giugno dovevamo necessariamente lasciare il nostro ormeggio nel porto di Marina di Ragusa. Speravamo di averla per il lunedì successivo, 1 giugno, ma non avevamo considerato che il giorno dopo, 2 giugno è FESTA! Così all'alba del 3 giugno, giorno in cui avevamo stabilito di partire, l'autoclave non era in nostro possesso.
Alla fine avevamo deciso di aspettare fino all'ora di pranzo e poi, anche senza autoclave saremmo partiti lo stesso, visto che per il giorno dopo era previsto un vento non favorevole alla navigazione che ci aspettava verso la prima tappa, Portopalo, ma ottimo per navigare da Portopalo verso Siracusa, nostra meta finale. Per l'autoclave avremmo trovato una soluzione, magari prenotando un corriere che la ritirasse a Marina di Ragusa e lo recapitasse a Siracusa presso qualche negoziante compiacente.
Abbiamo lavorato con tutta la nostra energia attrattiva possibile, ripetendo all'infinito "arriva... arriva... arriva...", e quando alle 12:45 ci eravamo dati quasi per vinti abbiamo visto spuntare all'orizzonte il furgone tanto atteso! l'autoclave era a bordo!!
Il NormalCapitano l'ha montata e alle 14:40 in punto abbiamo mollato gli ormeggi, circa un'ora dopo di Luna Blu e il suo equipaggio, Laurent, Lucile e Nino, che come noi avevano in programma una prima sosta a Portopalo per poi proseguire verso Siracusa.
Maramea lascia Marina di Ragusa
Maramea lascia Marina di Ragusa (©Marta)
Marta, un'amica che lavora con la Protezione Civile, ci ha scattato queste belle foto dalla torretta all'ingresso del porto.
Maramea lascia Marina di Ragusa
Maramea lascia Marina di Ragusa (©Marta)
Appena usciti dal porto, nello svolgere la randa ci siamo accorti che qualcosa non andava: il motore dell'avvolgibile non funzionava, niente randa.  Abbiamo messo a riva la mezzana e il genoa e finché c'è stato un po' di vento siamo riusciti a procedere senza dover accendere il motore.  La navigazione fino a Portopalo è proseguita tranquilla, a parte qualche episodio di vomito di Kiba, che era alla sua prima vera uscita e alla quale avevamo lasciato incautamente la ciotola dell'acqua piena: ha bevuto e dunque ha vomitato, ma una volta liberato lo stomaco è stata bene.
Kiba riposa a Portopalo
Kiba riposa a Portopalo
Siamo arrivati a Portopalo intorno alle 19:30 e la prima cosa che abbiamo fatto è stata portarla a terra per una bella sgambata.

Il giorno dopo, durante la passeggiata mattutina di Kiba sulla spiaggia in fondo alla baia, Marco si è imbattuto in una enorme testa di pesce rinsecchita dal sole, probabilmente una grossa cernia, oltre a quintalate di plastica, tra cui tantissimi guanti di lattice e mascherine; non bastavano gli altri rifiuti, ora c'è da fare i conti anche con quelli da "virus"!
Cernia spiaggiata
La cernia spiaggiata

Cernia spiaggiata
La cernia spiaggiata

Verso le 11:00 ci siamo mossi alla volta di Siracusa, con un bel vento alle spalle che ci ha concesso una bellissima navigazione sino alla meta. Poco dopo di noi ha mollato gli ormeggi anche Luna Blu, che ci ha raggiunti in non molto tempo, guardate come è bella con il suo jennaker giallo.
Luna Blu
Luna Blu
Kiba durante questa seconda giornata è stata benissimo, serena e giocosa.
NormalCapitano e Saltydog
NormalCapitano e Saltydog

la faccia salata è bella saporita!
La faccia salata è bella saporita!
Superata l'Isola delle Correnti ed entrati ufficialmente nella acque ioniche abbiamo avuto il più bello dei battesimi del mare: i delfini!! Un enorme banco di stenelle (Stenella coeruleoalba) che ci hanno accompagnati per oltre 45 minuti. Come sempre un'emozione! Kiba era incuriosita, ma più che affacciarsi a guardarli non ha fatto, noi eravamo parecchio più eccitati. 
Stenelle sulla prua di Maramea ©ValeriaDeRiso

Stenelle sulla prua di Maramea ©ValeriaDeRiso

Stenelle sulla prua di Maramea ©ValeriaDeRiso

Stenelle sulla prua di Maramea ©ValeriaDeRiso

Questa volta oltre a fare le foto abbiamo girato anche dei bellissimi video subacquei con una piccola camera munita di custodia stagna, attaccata al mezzo marinaio immerso sotto la prua. Per poterveli mostrare dovremmo montarli così da eliminare le parti inutili, per ora "accontentatevi" di qualche fotogramma:
Stenelle sotto la prua di Maramea ©ValeriaDeRiso

Stenelle sotto la prua di Maramea ©ValeriaDeRiso

Stenelle sotto la prua di Maramea ©ValeriaDeRiso

Stenelle sotto la prua di Maramea ©ValeriaDeRiso

Stenelle sotto la prua di Maramea ©ValeriaDeRiso

Stenelle sotto la prua di Maramea ©ValeriaDeRiso

Stenelle sotto la prua di Maramea ©ValeriaDeRiso

Magia, vero?
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