venerdì 24_08_2018
Dopo colazione ci muoviamo verso Est con l’idea di fermarci da qualche parte per fare il bagno e passare la giornata, e poi proseguire verso Portoferraio dove abbiamo intenzione di passare la notte.
Nel fine settimana è previsto cattivo tempo con venti da Sud quindi preferiamo stare in una rada più protetta. A tal proposito lo sapevate che l’ammiraglio della flotta inglese Horatio Nelson aveva definito il porto di Portoferraio il più sicuro al mondo? Anche se forse si riferiva più alle sue fortificazioni che al ridosso che permette la sua forma naturale.
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Rio Marina |
Lungo il tragitto passiamo davanti ai bei borghi di Rio Marina e di Cavo, e alle scogliere rosse che denunciano l’abbondanza di ferro per cui nel corso dei secoli è stata famosa quest'isola.
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le scogliere rosse ricche di ferro tra Rio Marina e Cavo |
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Cavo |
Ci piacerebbe fermarci nella suggestiva baia di Ortano, ma è piccola e a quest’ora (circa le 10:30) è già affollata, noi siamo tra l’altro abbastanza grandi; peccato perché al centro della baia c'è ormeggiata
Casuarina, la barca di un amico che non vediamo da molti anni e che era anche ieri sera in rada a Porto Azzurro ma molto lontano da noi; sarebbe stato bello salutarlo, chissà che il caos non ci dia una terza opportunità.
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Palmaiola con lo scoglio del frate e Cèrboli sullo sfondo |
Proseguiamo e dopo un’oretta arriviamo nella caletta davanti all’Isola dei Topi, tra capo Castello e Capo Vita, lasciandoci al traverso la Palmaiola con lo Scoglio del frate e l’isola di Cèrboli.
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Isola dei Topi e Capo Vita |
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Capo Castello |
Decidiamo di fermarci qui dando ancora su 8 metri.
Da dove siamo si vede molto bene il mausoleo Tonietti costruito come tomba di famiglia su commissione della famiglia Tonietti, prima affittuaria delle miniere elbane, dall’architetto toscano Adolfo Coppedé (fratello di Gino Coppedé, anche lui architetto, che costruì negli anni ’20 il famoso e suggestivo Quartiere Coppedé a Roma).
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Il Mausoleo Tonietti di Adolfo Coppedé |
Il mausoleo, costruito tra la fine dell'800 e i primissimi anni del '900, si eleva verso l'alto, in modo assai scenografico, isolato e in vista del mare sul promontorio di Cavo in un fitto bosco di lecci e di macchia mediterranea. Purtroppo la famiglia Tonietti non ottenne l’autorizzazione cimiteriale, cosa che contribuì al suo abbandono e degrado.
Nel tardo pomeriggio ci muoviamo verso Portoferraio, dove arriviamo in poco più di un’ora.
Diamo àncora nella rada antistante il porto, dove passeremo la notte.
Nel frattempo guardiamo il meteo e Lamma dà un peggioramento con raffiche fino a 50 nodi tra sabato e domenica (!!!!), non ci fidiamo granché dell’àncora,
come abbiamo già raccontato, così chiamiamo i due marina di Portoferraio, l’Esaom e il Marina Cosimo de’ Medici per sentire se hanno posto per noi. All’Esaom sono pieni, mentre al Cosimo de’ Medici hanno una lista d’attesa, prendono il nome della barca e il nostro numero, domattina ci faranno sapere se hanno disponibilità.
Partito l’ultimo traghetto della sera la rada diventa una laguna, così passiamo una notte tranquilla.
^_^
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