domenica 22 settembre 2019

27-30 agosto, Lampedusa, traversata con Alalgonga e avventure ragusane.

Martedì 27 agosto 2019
Al nostro risveglio è talmente bella questa baia, l'aria così calda e l'acqua così invitante che ci tuffiamo prima ancora di fare colazione. È una cosa che non facciamo spesso perché siamo freddolosi, ma qui l'acqua sfiora i 26° ed è troppo bella per potervi resistere.
Lampedusa, acqua turchese ©Valeriaderiso
Lampedusa, acqua turchese
Passiamo la mattinata qui a Cala Tabaccara, ma le previsioni danno in arrivo vento da Sud-Est, la baia è esposta proprio a questo vento, dobbiamo spostarci.
Alle 17:00 salpiamo per tornare a Cala Guitgia. C'è una webcam che dall'albergo sulla spiaggia riprende la baia, eccoci! Siamo noi!
Maramea a Cala Guitgia, dalla webcam dell'Hotel Baia Turchese
Maramea a Cala Guitgia, dalla webcam dell'Hotel Baia Turchese
Riguardiamo le previsioni, dicono tutto e il contrario di tutto. Se rinforzerà il vento da Sud Est qui non ci sono ridossi, per cui alla fine decidiamo di partire presto domattina: andremo direttamente a Marina di Ragusa così da arrivare in nottata e la mattina dopo andare in città, a Ragusa, per iscrivere Sara a scuola.


Mercoledì 28 agosto 2019
Salpiamo alle 6:25. Il sole è appena sorto.
Partenza all'alba ©Valeriaderiso
Partenza all'alba
Ci sono 12/13 nodi da Sud-Est, facciamo 7/8 nodi di bolina larga. Navigare senza il rumore del motore è un piacere, soprattutto se la bolina non è strettissima. Alle 13:10 sorpresa! Sentiamo partire il mulinello della canna da traina... e io che quasi non volevo mettere la lenza in acqua, ma Marco mi ha convinta dicendomi "È l'ultima...".
Rallentiamo l'andatura chiudendo il genoa e mentre Marco recupera la lenza io prego che non sia un pesce troppo grosso... ma Pachamama ha deciso diversamente, è un altro Alalonga, e sembra anche più grosso di quello che abbiamo preso venendo a Lampedusa.
Alalonga (Thunnus alalunga) ©Valeriaderiso
Alalonga (Thunnus alalunga) 
Stavolta è un maschio, niente uova e non so se rallegrarmene per le vite risparmiate o dispiacermi per la bottarga che non potremo fare. Quello che è certo è che molto di questo tonno finirà sott'olio, è troppo grande per mangiarlo tutto da soli in pochi giorni.
Alle 15:00 il vento gira a poppa e cala del tutto, accendiamo il motore.
Intorno alle 19:30 attraversiamo un banco enorme di cassiopee, sono centinaia di tutte le dimensioni, peccato che oramai la luce sia poca e le foto che scattiamo non vengono un granché.
Cassiopee (Chotyloriza tubercolata) a centinaia in navigazione
Cassiopee (Chotyloriza tubercolata) a centinaia in navigazione 
Cassiopea (Chotyloriza tubercolata) ©Valeriaderiso
Cassiopea (Chotyloriza tubercolata)
Di solito in traversata, sia che andiamo a vela sia che abbiamo il motore acceso, pranziamo e ceniamo in pozzetto seduti sulle panche o sui cuscini del prendisole di poppa. A volte è capitato che di sera, se non c'era grosso traffico di navi e eravamo a motore e non c'erano onde, abbiamo cenato sottocoperta a tavola con il radar a vista, ma finora non è mai capitato che cenassimo in pozzetto con il tavolo montato. Stasera però non c'è vento, l'aria è calda, non si prevedono burrasche, non ci sono CB in lontananza, solo una spessa foschia e il mare è tranquillo, talmente tranquillo che possiamo permetterci di cenare con il tavolo aperto: il menù prevede carpaccio di tonno e guacamole.
cena in pozzetto in traversata
cena in pozzetto in traversata
Finito di cenare, mettiamo via il tavolo e ci prepariamo alla notturna vera e propria.
Man mano che scende il buio e che ci "avviciniamo" a Malta (che non vediamo, sia per la distanza sia perché c'è una foschia fittissima) si intensifica il traffico di navi; ne contiamo molte, qualcuna ci passa vicino, a meno di due miglia.
Verso le 21:20 nel buio totale sentiamo il respiro e i tonfi dei delfini che saltano intono allo scafo, ma non riusciamo a scorgere che per pochi secondi le loro grosse sagome ricoperte di plancton quando schizzano fuori dall'acqua. Non li vediamo, ma li sentiamo molto bene, nonostante il rumore del motore, è molto emozionante anche "alla cieca"!
Sara va a dormire e io e Marco restiamo ad alternarci di guardia alle navi che incrociano la nostra rotta.
Intorno alle 2 del mattino, in vista delle luci della costa siciliana, comincia a piovere e si vedono i lampi dei temporali in terraferma. Nessuna burrasca però, solo pioggia e nemmeno tanta.
Alle 3:00 arriviamo nella rada davanti a Marina di Ragusa, diamo àncora e cerchiamo di riposare un po', domani mattina sul presto dovrò andare a Ragusa con l'autobus, le ore di sonno che abbiamo davanti non sono molte.

Giovedì 29 agosto 2019
Alle 7:45 siamo in piedi, devo prendere l'autobus che da Marina di Ragusa va a Ragusa e passa per la fermata nei pressi del porto alle 9:30. Facciamo colazione e una volta pronti Marco e Sara mi accompagnano a terra, in porto, con il gommone e poi tornano a bordo.
Arrivo alla fermata con un po' di anticipo, tiro fuori il mio Kindle dallo zaino e mi metto a leggere. Quando l'autobus arriva scopro che non va a Ragusa, ma a Scicli, quello per Ragusa passa alle 10:00. Avrei potuto dormire un po' di più! Spero solo di riuscire a fare tutto in tempo incastrando le coincidenze degli autobus cittadini. Alle 10:30 sono a Ragusa, faccio il biglietto per l'autobus che deve portarmi alla scuola e vado alla fermata. Guardo l'orario e mi accorgo che il prossimo passerà tra un'ora! Non ce la farò mai ad andare, fare l'iscrizione e ritornare per le 12:30 qui dove parte l'autobus per Marina, e la corsa successiva è alle 14:30! Questo rischia di diventare un viaggio del meschino...
La città sembra immobile, molti negozi sono chiusi, sulla vetrina di uno c'è un cartello scritto a penna che dice "Il 29 chiuso". Mah! sono perplessa, è vero che siamo ancora in agosto e a ridosso del fine settimana, ma mi pare ci sia troppo poco movimento.
Vado verso la stazione dei treni, vicinissima, sperando di trovare un taxi. Deserto anche qui, però c'è un numero del Radio-taxi. Chiamo, chiedo quanto mi costa la corsa fin dove devo andare, ho solo 20 euro in tasca e certo non mi aspettavo di dover prendere un taxi. La corsa costa 10 euro, ok, ce la posso fare. Mi dicono che il taxi arriverà tra 10 minuti; mi guardo intorno per vedere se c'è uno sportello bancomat e fare un prelievo. Nulla.
Arriva il taxi, dò l'indirizzo e in pochi minuti arriviamo all'Istituto. C'è un gran cortile con un'inferriata che gli corre intorno, i cancelli sono chiusi... io sono sempre più perplessa, e allora mi si accende una lampadina e chiedo al tassista se oggi c'è qualche festività. E sì, c'è... oggi è la ricorrenza del patrono di Ragusa!!!! ecco perché non c'è un'anima in giro ed è tutto chiuso!!!! Accidenti!!
"E ora dove la porto signora?", "...e dove mi porta? mi porta dove mi ha presa!", che gli dovevo rispondere?!
La corsa mi è costata 15 euro, più i 5 per andare e venire da Marina: 20 euro buttati!
Alle 11:30 sono al capolinea dell'autobus per Marina, mi tocca aspettare un'altra ora per tornare perché le corse precedenti partivano alle 10:00 e alle 11:00. Fa un caldo bestiale. Sono in un incubo... e pensare che solo due giorni fa ero in un paradiso marino!
Rido per non piangere e anche perché in fondo c'è di peggio. Tiro fuori il Kindle e mi metto a leggere.
Alle 13:00 finalmente sono di nuovo a Marina. Marco e Sara vengono a prendermi e torniamo a bordo. Dovremo stare qui una notte in modo che io domani possa rifare tutta la trafila degli autobus e vada a fare questa benedetta iscrizione.
Nel pomeriggio andiamo a terra a mangiare un gelato e a comprare pane e verdura.
Prima di cena mettiamo di nuovo l'àncora a poppa, come avevamo fatto a Lampedusa, per tenere la prua alle onde, altrimenti si rolla e non si dorme, e io invece ho un gran bisogno di dormire!!!

Venerdì 30 agosto 2019
Stamattina non mi fregano, prendo l'autobus delle 8:15 per Ragusa, l'autobus cittadino alle 9:45 (un'ora di attesa alla fermata me la sono fatta anche oggi), arrivo alla scuola, faccio l'iscrizione (fìuuu), riesco perfino ad andare al supermercato biologico che è di strada per la fermata del ritorno, alle 11:30 prendo l'autobus che mi riporta al capolinea, mi faccio altri tre quarti d'ora/un'ora di attesa (con il santo Kindle che mi distrae!!!) alle 13:00 sono a Marina. Evviva!!! Missione compiuta!
Il tempo di tornare a bordo e salpiamo. A vela!! A terra c'è un bel temporalone che genera vento non previsto: 10 nodi di bolina secca da SE, ma il vento salta di 30° ogni poco e ci costringe a virare in continuazione, anche se per un po' abbiamo una bella andatura sui 6/7 nodi.
Alle 16:15 i temporali in terra si sono esauriti, il vento cala e dobbiamo accendere il motore anche perché in tutto questo tempo abbiamo fatto solo 4 miglia secondo rotta.
Finalmente, alle 20:30 quando è ormai buio, arriviamo di nuovo a Portopalo di Capo Passero. La baia del porto è tranquillissima e con poche barche alla ruota. Ci aspetta una sana dormita.
^_^

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