sabato 14 settembre 2019

20 agosto, Malta

Martedì 20 agosto 2019
La mattinata comincia presto con Marco che smonta la lavatrice per cercare di capire se è riparabile da un NormalCapitano. Potrebbero essere i condensatori. Li smonta, si fa indicare del marinaio del pontile dove poter trovare un negozio adatto, ci va con la bici pieghevole che abbiamo a bordo, torna, monta i nuovi condensatori e fa una prova. Niente da fare. Il cestello si blocca non ha l'impulso a girare e ad un certo punto del programma carica acqua fino all'infinito... La lavatrice è rotta. L'unico modo di farla funzionare, dato che è ancora tutta meccanica, è dare un "invito" a mano al volano del cestello, quindi Marco taglia con il flessibile un buco nel coperchio della lavatrice, a cui si può accedere togliendo una parte dei cuscini del divano. Un po' scomodo per fare il bucato, perché in pratica bisogna mettersi lì e "aiutare" il cestello a riprendere a girare ogni volta che si ferma, e stare attentissimi che la lavatrice non carichi acqua in eccesso, facendo scorrere la ghiera dei programmi a mano.
Forse qualcuno si domanderà come mai per noi questa cosa è tanto tragica, in fondo "esistono le lavanderie a gettoni". Eh no, per noi sono impraticabili. Da più di dieci anni usiamo detersivi ecologici quasi privi di profumazione (così come shampoo e sapone), non usiamo ammorbidenti ma una soluzione di acido citrico nell'ultimo risciacquo per avere un bucato meno "rigido",  non sopportiamo i profumi penetranti e fortissimi dei detersivi ora in commercio, e le lavanderie a gettoni hanno per la maggior parte macchine che dosano da sé detersivo e ammorbidente; a volte passando nelle vicinanze dei locali che le ospitano troviamo disturbante quella puzza chimica anche a distanza... impossibile usarle per farci il bucato. Per non parlare della spesa, mediamente 3,50 € a bucato.
Per fortuna quando è successo il fattaccio stavamo lavando le ultime cose grosse, il resto del bucato l'ho fatto a mano e ora la cesta della biancheria è vuota. Il problema si ripresenterà tra un po', e sarà allora che ci penseremo.
Scusate il pippone, ora la smetto con "I racconti della lavatrice".
Tra una cosa e l'altra arriva l'ora di pranzo. Il camion che vende le verdura stamattina non è passato, quindi c'è sempre da fare la spesa così, fido carrellino alla mano, andiamo a prendere l'autobus per tornare a La Valletta. Faremo un po' i turisti e poi rientrando cercheremo un supermercato o una bottega dove fare un minimo di spesa, almeno per tamponare uno o due giorni, visto che domattina andremo via.
Arrivati a La Valletta, cerchiamo un posto dove mangiare, e scegliamo una specie di bistrò che ha i tavolini sotto l'enorme chioma di un ficus. C'è un bel venticello, il menù sembra interessante e non dobbiamo subire l'aria condizionata.
Mentre aspettiamo mi diverto ad osservare e fotografare la gente. Al tavolino accanto al nostro ci sono due donne che hanno preso uno spritz aperol e un cappuccino a testa e li sorseggiano alternatamente... che gusti curiosi che hanno certe persone!!
Malta, Spritz e cappuccino, de gustibus... ©Valeriaderiso
Malta, Spritz e cappuccino, de gustibus...
Dopo aver pranzato andiamo a visitare uno dei principali monumenti de La Valletta, la Concattedrale di San Giovanni Battista una delle più grandi cattedrali al mondo e uno dei principali esempi di architettura barocca in Europa. All'ingresso ci sono degli uomini della sicurezza che controllano le borse e ci passano il metal detector lungo il corpo, e noi abbiamo il carrellino della spesa che - naturalmente - non si può portare dentro.  Una delle guardie ci chiede "Siete italiani?" (da che lo avrà capito!!! ahahaha, secondo me siamo gli unici visitatori con un carrellino della spesa vuoto che gli siano mai capitati! magari stasera lo racconterà alla moglie dicendole "I soliti italiani, pensano solo al cibo!"). Insomma appurato che siamo italiani, chiama un tizio - Mario - all'interno specificandogli "Sono Italiani", e ci fanno mettere il carrellino nei box dove sono le biglietterie, lo potremo recuperare uscendo.
Anche qui si paga un ingresso e mi fanno coprire le spalle e le gambe con una mantellina e un grembiule di tessuto non tessuto. Questa cosa del doversi coprire sconcerta Sara. Anche durante la visita del Duomo di Siracusa era rimasta perplessa sul perché facessero coprire me ma non lei, pur essendo vestite nello stesso modo. Le ho spiegato che per i cattolici il corpo è impuro e va coperto, che una canottiera e dei normalissimi pantaloncini a metà coscia sono considerati un abbigliamento indecoroso, il fatto che lo fossero sul mio corpo e non sul suo perché essendo lei una bimba è pura e innocente, mentre io no, non l'ha convinta, per lei sono pura anche io.
All'ingresso ci vengono date le cuffie per la visita guidata, che ci faranno apprezzare con più consapevolezza le opere raccolte in questa chiesa.
Entrando nella Concattedrale si è letteralmente investiti dall'opulenza e risulta chiaro quanto fosse ricco e potente l'Ordine dei Cavalieri Ospitalieri (formalmente Cavalieri dell'Ordine dell'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme, detti anche Cavalieri di Cipro, Cavalieri di Rodi o Cavalieri di Malta),  un ordine religioso cavalleresco nato intorno alla prima metà dell'XI secolo a Gerusalemme. In seguito alla prima crociata divenne un ordine religioso cavalleresco cristiano dotato di un proprio statuto, secondo il costume del tempo. I cavalieri erano nobili provenienti dalle più importanti casate europee e proteggevano la fede cattolica e l'Europa dagli attacchi dei turchi Ottomani, furono loro a donare le opere di grande valore artistico che impreziosirono la cattedrale facendone l'espressione artistica tra le più alte e maestose del barocco.
Malta, La Valletta - Concattedrale di San Giovanni Battista ©Valeriaderiso
Malta, La Valletta - Concattedrale di San Giovanni Battista
La realizzazione della Concattedrale fu commissionata nel 1572 dal Gran Maestro Jean de la Cassiere. Al termine dei lavori, nel 1577, l’edifico divenne la chiesa conventuale dell’ordine. Inizialmente l’interno della Concattedrale era modesto, con poche decorazioni. Tuttavia, nel XVII secolo, il Gran Maestro Cotoner ne ordinò la ristrutturazione interna, per dotare l’Ordine dei Cavalieri di una chiesa che potesse competere in sfarzo con quelle di Roma. La direzione dei lavori fu affidata a Mattia Preti, che trasformò gli interni in stile barocco, dipingendo la volta e molti delle tele d'altare delle cappelle laterali. L’edifico rimase la chiesa conventuale dell’Ordine fino all’espulsione dei Cavalieri dall’isola da parte dei francesi. Nel XIX secolo la chiesa fu usata per le celebrazioni ufficiali in alternativa alla cattedrale arcivescovile di Mdina (la vecchia capitale di Malta), diventando quindi Concattedrale a Malta.
Le 8 cappelle laterali celebrano le lingue parlate all’interno dell’Ordine. Il pavimento in marmo è costituito da circa 400 tombe appartenenti a membri dell’Ordine. Le lapidi sono riccamente decorate in marmo policromo e riportano gli stemmi dei Cavalieri, episodi di vita raffiguranti il singolo defunto. I resti dei Gran Maestri sono invece nella cripta, tra questi due dei più importanti: Jean de la Valette e Alof de Wignacourt.
Malta, Decollazione di San Giovanni Battista di Caravaggio ©Arteworld
Malta, Decollazione di San Giovanni Battista di Caravaggio photo credit ©Arteworld
Nell'Oratorio, aggiunto con la sacrestia nel 1598, sono esposte due tele di Caravaggio che durante la sua permanenza a Malta cercò di guadagnarsi la nomina a Cavaliere per sfuggire all’arresto delle autorità papali. Una è la "Decollazione di Giovanni Battista", il dipinto più grande che abbia mai realizzato e l’unico recante la sua firma, individuabile nella macchia di sangue che sgorga dal Battista. L’altra opera è il San Girolamo Scrivente. Inutile dire quanto sia d'impatto poter osservare dal vivo queste opere. Peccato non aver potuto scattare foto data la scarsità di luce.
La visita è lunga ed estremamente interessante, usciamo dalla Concattedrale piuttosto stanchi. Vorremo mangiare un gelato, ma rinunciamo: 3,70 € per una coppetta microscopica!
Malta, La Valletta - S.Caterina d'Alessandria ©Valeriaderiso
Malta, La Valletta - S.Caterina d'Alessandria
Facciamo una passeggiata per la Via dei Mercanti (Triq-il Merkanti) partendo dalla Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria che fa parte dell'Auberge d'Italie. Questa strada ospita una serie di Auberges, che erano gli edifici in cui alloggiavano i Cavalieri Ospitalieri appartenenti ad una stessa lingua, cioè alla stessa zona di provenienza etno-linguistica. A La Valletta erano presenti 7 Auberges, di cui solo quattro sono sopravvissuti alla seconda guerra mondiale: l'Auberge de Castille, l'Auberge d'Auvergne, l'Auberge d'Italie, e l'Auberge de Provence, che oggi ospita il Museo Nazionale d'archeologia e che sarà la nostra tappa successiva.
Questo piccolo museo espone una ricchissima collezione di reperti provenienti da tutta l’isola ritrovati durante i numerosi scavi archeologici. Il piano terra è dedicato al periodo preistorico dal 5200 a.C. fino al 2500 a.C.  contiene i reperti provenienti dai templi megalitici sparsi per l’isola. Sono presenti modelli delle strutture e di alcune sepolture, così come elementi architettonici originali, con relative foto d’epoca scattate durante gli scavi. Le statuette ritrovate nei templi sono fra le scoperte archeologiche più importanti per la loro unicità: si tratta di rarissime raffigurazioni umane sulle quali sono state formulate diverse teorie relative alla loro funzione, la forma e alcune similitudini con altri reperti trovati nel Mediterraneo fanno pensare che si tratti di raffigurazioni di una dea della fertilità. Tra queste la più importante per valore artistico è la Dea Dormiente, rinvenuta nell’Ipogeo di Hal Salflieni e risalente a 5000 anni fa, la raffigurazione in creta di una donna distesa di lato su un letto, con la testa reclinata e appoggiata sul braccio.

Malta, La Valletta - La Dea Dormiente ©Stefan_h
Malta, La Valletta - La Dea Dormiente ©Stefan_h
Altro reperto molto importante è la Venere di Malta, in argilla coperta di ocra rossa, e proveniente dal sito di Hagar Quim, 3.500-2.500 a.C. di stile diverso dalla Dea dormiente, somiglia alle veneri paleolitiche. I piani superiori del Museo ospitano le collezioni relative all’Età del bronzo e al periodo fenicio, oltre a una notevolissima raccolta di monete antiche e antichissime.
Terminato il pomeriggio turistico riprendiamo l'autobus e scendiamo qualche fermata più avanti della nostra, in modo da andare a cercare un supermercato indicatoci da uno dei ragazzi del Marina. Grazie al navigatore sul cellulare cerchiamo di orientarci tra le vie della cittadina di Gezira, percorriamo le strade semi deserte tra palazzi fatiscenti alternati da grandi autosaloni. Se volevano nascondere il supermercato ci sono riusciti!!! Non capiamo come facciano a fare la spesa i diportisti che frequentano tutti i Marina che ci sono, forse, semplicemente, non la fanno e vanno nei fast food o nei mega ristoranti.
Prima di arrivare ci imbattiamo per puro caso in una piccola bottega che vende frutta e verdura dal poetico nome Apple Tree, poi - finalmente - approdiamo al famigerato supermercato, piccolo, uno spaccio più che un supermercato dove non troviamo nulla di comprabile (per noi) a parte la birra e della feta greca. Meglio di niente. Torniamo in barca, ceniamo ed esausti andiamo a dormire.
^_^

2 commenti:

Grazie di essere qui! se hai voglia di dirmi qualcosa, sarò felice di risponderti ^_^