mercoledì 4 settembre 2019

8-9 agosto, Siracusa

Giovedì 8 agosto 2019
Il vento, che nella nottata era calato abbastanza, stamattina rimonta con forza rinnovata fino a superare di poco i 30 nodi, per calare solo al tramonto. Dopo cena tutto è calmo, stanchi di stare a bordo senza poter fare granché prendiamo il gommone ed andiamo a terra a mangiare un gelato. Arriviamo nella piazza della Cattedrale che con le luci della sera è assai suggestiva, questa bellezza intravista ci rende ancora più impazienti, domani, di visitare l'Isola Ortigia, che costituisce la parte più antica della città di Siracusa, e il cui nome deriva dal greco antico "ortyx" (ὄρτυξ) che significa "quaglia".

Venerdì 9 agosto 2019
Oggi non c'è vento, così ci prepariamo e scendiamo a terra.
La prima tappa è al mercato, sia perché dobbiamo fare un po' di cambusa fresca, sia perché i mercati sono l'anima delle città e una delle cose che ci piace più fare viaggiando è osservare le persone nel loro quotidiano.
Subito prima di arrivare nella zona del mercato ci accolgono i resti del Tempio di Apollo risalente al VI secolo a.C., il tempio dorico più antico della Sicilia. Come molti monumenti antichi, si trova ad un livello più basso di quello attuale, a causa dell’accumulo dei detriti che nei secoli ha innalzato il livello del suolo.
Siracusa, Tempio di Apollo ©Valeriaderiso
Siracusa, Tempio di Apollo
Il tempio, come si nota chiaramente dai resti, ha subito varie trasformazioni durante le varie dominazioni. Venne dapprima trasformato in chiesa in epoca bizantina, poi in moschea, fino a diventare nuovamente chiesa in epoca normanna. Nel 1562 la chiesa venne poi trasformata nella caserma spagnola del Quartiere Vecchio alla quale si sovrappose nel XVII secolo la chiesa della Madonna delle Grazie, demolita nel secolo successivo.
Siracusa, Tempio di Apollo ©Valeriaderiso
Siracusa, Tempio di Apollo
Tra il 1938 e il 1942 l’archeologo Paolo Orsi decise di effettuare una serie di scavi che riportarono alla luce quel che resta e che si può ammirare accanto al mercato.
Il palazzo che ospitava il vecchio mercato coperto è chiuso, ma i banchi sono nelle strade tutt’intorno.
Siracusa, Palazzo del Mercato ©Valeriaderiso
Siracusa, Palazzo del Mercato
Numerosi venditori di verdure, spezie, formaggi e pesce alternati a piccoli semplici locali dove, volendo, si può anche mangiare; c’è l’imbarazzo della scelta.
Siracusa, Ortigia il mercato ©Valeriaderiso
Siracusa, Ortigia il mercato
Alcuni dei venditori sono assai fantasiosi! Questa signora vende spremute d'arancia fresche.
Siracusa, Ortigia il mercato ©Valeriaderiso
Siracusa, Ortigia il mercato
Ci fermiamo ad una pescheria e portiamo via 700 gr di alici, che qui chiamano Masculi, e 500 gr di gamberetti locali freschissimi, e ho la conferma che bisogna chiedere un po' meno di quello che si vuole: io avevo chiesto mezzo chilo di alici e 300 gr di gamberetti!! Ma i due ragazzi, fratello e sorella, che gestiscono il banco sono così amabili e simpatici, mi deliscano anche le alici (!!), che non è affatto un problema, anche perché i prezzi - rispetto a Livorno - sono veramente allettanti.
Ad un banco subito dopo prendiamo due fettone di filetto di tonno alalonga. È tantissimo che non mangiamo tonno, cerchiamo di evitarlo perché, insieme al pesce spada, come tutti i pesci che vivono a lungo prima di essere pescati, accumulano tanti metalli pesanti nelle carni, quindi non sono un granché sani; ma gli alalonga sono dei tonnetti piccoli, sicuramente locali, e facciamo la considerazione che una volta ogni tanto non dovrebbe costituire un problema. E facciamo benissimo! Scottato sulla piastra rovente con poco sale grosso è una delizia, avevamo dimenticato quanto fosse squisito!
Andando oltre ci fermiamo al banco delle spezie per rifornirci di mandorle, pistacchi tostati, cumino in polvere per l’hummus, albicocche secche, e un chilo pomodori secchi da fare sott’olio. Poi facciamo scorta di pomodorini datterini, qui davvero economici per come siamo abituati noi (3€ al chilo contro 7€ in Toscana), pomodori "riccioluti", molto simili ai nostri costoluti, insalata, fichi freschi, pesche tabacchere. Portiamo tutto questo ben di dio a bordo e poi torniamo a terra per fare i turisti.
È abbastanza tardi, ma riusciamo a visitare la piazza della Cattedrale e la Cattedrale stessa, dove si paga un ingresso e mi fanno coprire le spalle con una mantellina di tessuto non tessuto.
Siracusa, Isola Ortigia, Duomo ©Valeriaderiso
Siracusa, Isola Ortigia, Duomo
Il Duomo sorge sul punto più alto di Ortigia, sito sacro per eccellenza fin dalle origini di Siracusa e dove gli scavi effettuati nel Novecento hanno portato alla luce i resti di altri luoghi di culto, tra cui un tempio dorico dedicato ad Atena (Athenaion); secondo gli studiosi questo tempio svolgeva una funzione di "faro" per tutti i naviganti che si avvicinavano a Siracusa dal mare: sopra il tetto del tempio era posta una grande statua di Atena con uno scudo dorato, visibile da molto lontano, punto di riferimento per chi navigava in mare in prossimità della città.
Siracusa, Duomo di Ortigia - Colonne Doriche ©Valeriaderiso
Siracusa, Duomo di Ortigia - Colonne Doriche
Dal VI secolo iniziarono i lavori di modifica che portarono il tempio dorico ad assumere sempre di più l’aspetto di una basilica bizantina a tre navate. Per ottenere questo risultato, lo spazio tra le colonne fu murato, queste colonne sono visibili ancora oggi e sono veramente magnifiche nella loro possenza.
Siracusa, Isola Ortigia, Duomo ©Valeriaderiso
Siracusa, Isola Ortigia, Duomo
Non si hanno notizie certe sulla conversione in moschea sotto la dominazione araba e in ogni caso la struttura non subì alterazioni. Con l’arrivo dei Normanni, che cacciarono gli Arabi dalla Sicilia e da Siracusa, il Duomo fu adibito di nuovo al culto cristiano e vennero fatte alcune modifiche. Anche il prospetto della chiesa venne rinnovato, fornendolo di portale gotico, di rosone e di campanile. Molte testimonianze scritte parlano dell’aspetto del Duomo di Siracusa in questo periodo, ma non ne è stata tramandata alcuna immagine, soprattutto non del campanile che venne danneggiato dal terremoto del 1542 e in seguito totalmente distrutto, e mai più ricostruito, dal terremoto del 1693 durante il quale crollò anche l’antica facciata normanna. Nel Settecento l’architetto trapanese Andrea Palma vinse il concorso per la realizzazione della nuova facciata che fu eretta tra il 1728 e il 1754. La facciata del Duomo di Ortigia, come possiamo ammirarla oggi, rappresenta una delle più alte testimonianze barocche a Siracusa. (fonte Siracusa Travel).
Torniamo a bordo per pranzare con il tonno acquistato al mercato e per riposarci un poco.
Nel pomeriggio facciamo un'altra puntata in città e la prima fermata, da bravi (e golosi) turisti, è in una pasticceria dove fanno anche i cannoli senza glutine, evviva!!! La pasticceria si chiama Artale ed è in Via Landolina, vicinissima al Duomo.
Il mio primo cannolo da quando siamo in Sicilia! avrei voluto abbracciare la signora quando mi ha detto che avevano i cannoli senza glutine, ma anche cornetti e brioches. Mi ha detto che il cannolo senza glutine sarebbe stato un po' più piccolo quasi a scusarsi e con rammarico, ma io ero così contenta che ci fosse e basta!!! ed era pure buono!!
Cannolo senza glutine e con glutine della Pasticceria Artale
Cannolo senza glutine e con glutine della Pasticceria Artale
Dopo aver gustato i cannoli abbiamo proseguito verso il Castello Maniace di Federico II di Svevia.
Siracusa, Castello Maniace ©Valeriaderiso
Siracusa, Castello Maniace
Il nome di Castello Maniace deriva da Giorgio Maniace, generale bizantino che nel 1038 aveva riconquistato per breve periodo la città dagli Arabi, l'impianto originario è dovuto invece all'imperatore Federico II di Svevia, che ne affidò la realizzazione all'architetto Riccardo da Lentini tra il 1232 e il 1240.
Siracusa, Castello Maniace ©Valeriaderiso
Siracusa, Castello Maniace
Per quasi tutto il XV secolo il Castello fu una prigione, alla fine del XVI secolo divenne un punto nodale della cinta muraria nel piano generale di fortificazione della città, progettata dall’ingegnere militare spagnolo Ferramolino.
Siracusa, Castello Maniace ©Valeriaderiso
Siracusa, Castello Maniace
Siracusa, Castello Maniace ©Valeriaderiso
Siracusa, Castello Maniace
Il 5 novembre 1704, una potente esplosione avvenuta nella polveriera sconvolse l'edificio. Brani di crociere e blocchi di calcare vennero lanciati nel raggio di diversi chilometri.
Siracusa, Castello Maniace ©Valeriaderiso
Siracusa, Castello Maniace
Negli anni successivi la ricostruzione lasciò intatte le parti rovinate dall'esplosione, mentre furono create tamponature per la realizzazione di magazzini. In età borbonica il Castello ritornò ad avere funzioni militari e venne munito di bocche da cannone, e nel 1838, in seguito ai moti che si stavano scatenando in tutto il regno borbonico, venne dotato di una costruzione di difesa.
Siracusa, Castello Maniace ©Valeriaderiso
Siracusa, Castello Maniace
Anche dopo l'unificazione d'Italia è rimasto una struttura militare e tale rimase fino alla seconda guerra mondiale. Solo alle soglie degli anni duemila, dopo un restauro e la smilitarizzazione con la chiusura della storica caserma dell'esercito, è tornato alla fruizione pubblica.
Siracusa, Ortigia Fonte Aretusa ©Valeriaderiso
Siracusa, Ortigia Fonte Aretusa
Concludendo la nostra passeggiata ci soffermiamo sul simbolo di Ortigia, la famosissima Fonte Aretusa, una sorgente d’acqua dolce che arriva per via sotterranea sino all’Isola nella sua parte più antica, per poi sgorgare a qualche metro dal mare, creando un piccolo laghetto semicircolare immerso nel verde dei papiri.
Ecco cosa racconta il mito:"Aretusa era una delle ninfe al seguito di Diana. Durante una battuta di caccia, la fanciulla si allontanò troppo dal gruppo e arrivò sola davanti alle sponde del fiume Alfeo, (figlio del dio Oceano), le cui acque erano così limpide che si poteva scorgere la ghiaia sul fondo. Era una giornata molto calda e le venne il desiderio di fare un bagno. Tutt’attorno vi era un silenzio singolare, interrotto solo dai suoni armoniosi della natura. Aretusa, certa di non essere vista, si tolse le candide vesti immergendosi con un portamento sinuoso e pieno di grazia. L’acqua cominciò improvvisamente ad agitarsi e, proprio mentre tentava di raggiungere la riva, le apparve il fiume Alfeo che si mostrò a lei con sembianze umane: bello, biondo e con gli occhi colmi d’amore. Ma Aretusa non ricambiava il suo sentimento, anzi lo rifuggiva. Turbata e impaurita si affrettò a uscire senza abiti addosso, fino a quando le mancarono le forze e invocò l’aiuto di Diana. Per proteggerla, la Dea dapprima la avvolse in una spessa nube e poi la trasformò in una fonte sul lido di Ortigia. Alfeo però non si rassegnava, il suo amore era troppo grande. Gli Dei ne ebbero pietà: Giove lo tramutò nuovamente in fiume, così da rimanere accanto alla sua dolce amata. Alfeo per ritrovarla si trasformò in un fiume della Grecia, e tramite un tragitto sotterraneo percorse tutto il mar Ionio, e giunto ad Ortigia si unì ad Aretusa per l'eternità."
Anticamente la fonte aveva un aspetto diverso da quello attuale; era suddivisa in più rivoli, formando una specie di grandissimo lago dalla circonferenza di circa duecento metri, separato dal mare da enormi macigni. Successivamente sorsero una chiesa (distrutta dal terremoto del 1693) e i bastioni spagnoli, per costruire i quali il lago fu ridotto all'invaso semicircolare molto più piccolo (ai piedi delle mura) che si vede ora.
Demolite nel 1847 le mura, i basamenti dei bastioni soprastanti furono trasformate nel Belvedere (risistemato nel 1947) che si ammira anche oggi. Al centro dello specchio d'acqua vegeta da millenni una popolazione di papiri selvatici che, assieme a quella del fiume Ciane/Anapo, costituisce l'unico papireto selvatico esistente nell'intera Europa.
Torniamo in barca dopo il lungo giro, pieni della bellezza di questa città, dove ancora c'è molto da ammirare.
Stasera tutto è calmo, niente ventone, dormiamo tranquilli.
^_^

2 commenti:

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