venerdì 23 agosto 2019

28-29 luglio, Trapani

Domenica 28 luglio 2019
Alle 7:45 siamo già in rotta verso Trapani. Abbiamo 15 nodi di vento di Ponente quasi di poppa, e con tutte le vele a riva facciamo circa 5 nodi. C’è onda lunga da Nord-Ovest e rolliamo parecchio, naturalmente questo dà noia alle vele che perdono portanza quando entriamo nel cavo dell’onda. Stavolta non giriamo intorno a Levanzo, come abbiamo fatto venendo da San Vito, passiamo davanti all'Isola Formica che, abitata nel corso dei secoli da Fenici, Cartaginesi, Greci, Italici, Romani, Arabi, Normanni, ospita ancora una vecchia tonnara un tempo di proprietà dei Florio, con i resti di due antichi edifici, oltre a una costruzione fortificata con una torre, su cui è costruito un faro, un mulino e una chiesetta molto antica. Oggi appartiene a una comunità terapeutica per tossicodipendenti.
Trapani, Isola Formica - Tonnara ©Valeriaderiso
Trapani, Isola Formica - Tonnara
Alle 9:40 già siamo a Trapani. Chiamiamo il VTS e chiediamo il permesso di accesso al porto e di dare àncora davanti all’Isola della Colombaia, all'estremità est del porto, che fa da diga foranea all’avamporto e offre un buon ridosso dalle grosse onde che si sono formate a causa del vento degli scorsi giorni. Poco dopo arrivano anche Luciano e Gigliola con Walrus e danno àncora poco distanti da noi, anche se la loro intenzione è di andare in un Marina perché hanno bisogno di fare rifornimento d’acqua.
Trapani, Isola e Castello della Colombaia ©Valeriaderiso
Trapani, Isola e Castello della Colombaia
L’Isola della Colombaia che ospita il Castello omonimo, è detta anche Torre Peliàde o Castello di mare. È un'antica fortezza medievale alta 32 metri, composta da quattro piani sovrapposti, con il primo adibito a cisterna, mentre l’ingresso originario si trovava al secondo piano. I primi documenti storici fanno invece risalire la fortificazione al tempo della prima guerra punica, ad opera del cartaginese Amilcare Barca. Il nome odierno Colombaia è il calco linguistico del nome dell'isolotto in greco, Peliàdes, Πελειάδες (da πέλεια, colomba, specificamente Columba livia), da cui deriva appunto anche il nome alternativo di Torre Peliàde. Nel 249 a. C. si svolse a Trapani un'importante battaglia navale che vide i Romani duramente sconfitti dai Cartaginesi. Due anni più tardi il console romano Numerio Fabio Buteone attaccò e conquistò in una sola notte l'isolotto della Colombaia, uccidendo tutti i suoi occupanti. Dopo la conquista romana la torre cadde in abbandono e fu ridotta a nido per le colombe, che erano state usate come mezzo comunicazione. Durante quel periodo fu probabilmente sede del culto pagano della dea Venere Ericina, della quale le colombe erano animale sacro. Furono gli Arabi a restaurarne l'uso come faro, e poi durante il medioevo che venne ricostruita dagli aragonesi nell'attuale forma ottagonale. Fu ampliata intorno al 1400, e divenne una fortificazione durante il regno di Carlo V, per difendere la città dalle incursioni barbaresche. Le ultime trasformazioni le subì nell'XVII secolo su ordine del viceré Don Claudio La Moraldo, Principe di Ligny. Sul muro esterno della torre si può leggere ancora la lapide fatta affiggere nel 1671 dal Principe. Dismessa la destinazione militare, venne trasformata in prigione dai Borboni, dopo i moti del 1821 e fino al 1860 ospitò i patrioti siciliani del Risorgimento. Venne impiegata come carcere fino al 1965, quando fu inaugurato il nuovo carcere di Trapani, è poi caduta in stato d'abbandono. Negli anni novanta venne restaurata la torre pericolante, mentre sul resto del castello la soprintendenza regionale dei Beni culturali non poté intervenire perché appartenente al demanio statale. Nel 2009 fu individuata dal Fondo per l'Ambiente Italiano come "Luogo del cuore degli italiani", poiché il monumento in stato di fatiscenza ed abbandono, era privo di interventi di restauro. Solo il 3 dicembre 2010 il "decreto della Colombaia" è stato firmato dal Presidente della Repubblica, trasferendo così il bene dallo Stato alla Regione Siciliana, che ne ha annunciato il restauro, il cui appalto è stato assegnato a giugno di quest'anno, dopo "soli" nove anni!

Il VTS nel darci il permesso di ingresso e ancoraggio ci avvisa che la barca non può essere lasciata incustodita, quindi Marco decide che porterà a terra me e Sara, insieme a Gigliola, e che lui tornerà a bordo. Alle 10:30 siamo sulla banchina con la spazzatura da buttare; c’è un piccolo mercato di frutta e verdura freschi e lungo il molto sono ormeggiate le barche da pesca, ma non ci sono cassonetti! Scambiamo due chiacchiere con i pescatori per cercare di capire se c’è una soluzione, qui fanno il “porta a porta” e hanno eliminato i cassonetti pubblici e loro non sanno come aiutarci.
Facciamo un rapido giro a piedi e ci rendiamo conto che, nonostante ci siano rifiuti abbandonati un po’ dappertutto, non c’è nemmeno un cestino. Torniamo nella piazzetta dove eravamo sbarcate e vediamo dei cassonetti differenziati davanti ad un bar. Entro e chiedo la cortesia di buttare almeno il vetro - pochi pezzi - e la plastica. Il ragazzo con cui parlo, gentilissimo, mi dà il permesso e sottolinea che se non glielo avessi chiesto vedendomi si sarebbe arrabbiato; del resto non mi sarei mai sognata di usare quei cassonetti senza chiedere nulla a nessuno. Per ricambiare il favore ci sediamo ad uno dei tavolini che sono davanti all’ingresso e consumiamo qualcosa. Poi facciamo una passeggiata ed andiamo a visitare la vicina Torre di Ligny che - caso fortunato - è stata riaperta al pubblico proprio ieri.
Trapani, Torre di Ligny
Anche questa Torre fu costruita nel 1671 per volontà del Principe da cui ha mutuato il nome, il viceré  Don Claudio La Moraldo, rientrando nel progetto di fortificazione della città che comprendeva anche l'ammodernamento della Colombaia e le mura cittadine. Fu armata di cannoni e munita di fari - serviva da fortezza di segnalazione e di avvistamento - rimanendo presidio militare fino al 1862. Successivamente venne utilizzata come  postazione del telegrafo ad asta e stazione semaforica, mentre durante l'ultima guerra mondiale è stata utilizzata dalla Marina Militare per la difesa antiaerea.
All’ingresso-biglietteria c’è un simpatico signore che ci racconta la storia della Torre, e vedendoci interessate ad ascoltarla si dilunga in particolari, leggende e aneddoti di storia locale; scopriremo poi che si tratta del prof. Francesco Torre, trapanese doc, docente - in pensione - di Geoarcheologia alll'Università degli Studi di Bologna e presidente dell'Associazione Siciliantica. La Torre di Ligny oggi ospita una mostra dedicata alla storia e alla preistoria del Trapanese, oltre che dei modellini in scala di barche romane, puniche e da pesca eseguiti come tesi di laurea da alcuni studenti del prof. Torre.
Ipotesi di Trireme romana, scala 1:20 ©Valeriaderiso
Ipotesi di Trireme romana, scala 1:20
Dalla terrazza della Torre si gode di un panorama magnifico sulle Mura di Tramontana...
Trapani, Mura di Tramontana ©Valeriaderiso
Trapani, Mura di Tramontana
sulla Colombaia e la Casina Nasi, un villino in stile Liberty posto su una sottile lingua di terra, tra la Torre di Ligny e il Castello della Colombaia.
Trapani, Casina Nasi ©Valeriaderiso
Trapani, Casina Nasi
Prima di tornare a bordo facciamo un po’ di spesa al banco di frutta e verdura di fronte ai pescherecci e poi chiamo Marco perché ci venga a riprendere.
Una volta in barca mi annuncia che abbiamo un problema al motore: sale oltre i 2.000 giri solo quando è in folle, se ha le marce inserite non va oltre i 1.500, e dovrebbe invece arrivare a 3.200! Insieme a Luciano fanno vari controlli e prove senza venire a capo del problema. Cercando su internet trova un Marina di Trapani dove c’è il Volvo Service (noi abbiamo un motore Volvo), chiama per verificare se hanno posto e quali sono i costi, oltre ad informarsi se è possibile avere un meccanico: ci richiameranno nel pomeriggio per farci sapere. Ora non ci resta che aspettare e sperare che non costi tanto, che abbiano disponibilità e che il problema che abbiamo non sia tanto grave da costarci un occhio della testa sia in termini di intervento che per la sosta che probabilmente potrebbe derivarne.
Alle 17:30 ci chiamano: il posto c’è. Hanno provato a contattare il meccanico, ma oggi è domenica e, ovviamente, non lo hanno trovato; la tariffa è 110 € a notte, e ci è andata bene perché altrove ce ne hanno chiesti 157. Luciano e Gigliola, che avrebbero dovuto andare all’ormeggio già stamattina rimandano a domani, così restiamo tutti all’àncora alla Colombaia.
Durante la seconda metà della giornata il vento monta sempre di più, fino ad arrivare a 30 nodi durante la notte, ma il mattino dopo è già calato e noi abbiamo dormito tranquilli per il buon ridosso.

Lunedì 29 luglio 2019
Alle 9:00 Luciano e Gigliola si spostano verso un Marina vicino alla banchina dove ormeggiano i pescherecci, noi dopo circa un’ora siamo all’ormeggio nel Marina Arturo Stabile, più verso il centro cittadino. Marco va nell’ufficio per sbrigare le pratiche di registrazione e per chiamare il meccanico che - orrore - non è disponibile prima di giovedì; parlano di cosa ha già controllato e il meccanico gli suggerisce di verificare lo stato della turbina e poi magari di richiamarlo.
Accanto a noi è ormeggiato un Grand Soleil 50 con a bordo tre bambini, due sorelline e il loro cuginetto, con i rispettivi padri - fratelli tra di loro - e i nonni. Festa grande per Sara che fa subito amicizia e va a giocare con loro.
Mentre Marco si mette al lavoro e Sara è in compagnia dei suoi nuovi amici io, armata di carrellino e macchina fotografica, vado a fare la spesa e qualche foto in giro per la città.
Trapani è affascinante. Ha un'aria molto nordafricana per i colori e il colpo d'occhio complessivo, ma nel centro storico ci sono numerosi esempi del famoso barocco siciliano e molti palazzi in stile Liberty, che trova nella Casina delle Palme il suo esempio più significativo.
Trapani, Casina delle Palme ©Valeriaderiso
Trapani, Casina delle Palme
Realizzata su progetto di Francesco La Grassa nel 1922 e comunemente conosciuta dai trapanesi come "Chalet", era utilizzata nelle sere d'estate come luogo d'incontro o caffè letterario per l’élite del tempo. La costruzione si sviluppa su due piani e ingloba una bellissima palma che attraversando il tetto spunta e si staglia contro il cielo. Lo spazio all’aperto accoglieva degli spettacoli di cabaret che si svolgevano su un palco costruito poco distante. Dopo la guerra, nel 1947, la Casina delle Palme venne ristrutturata dall'ingegnere Andrea Lipari e divenne così un teatro all’aperto. Quest'anno è stata oggetto di lavori di restauro e da pochi giorni è stata riaperta come cinema all'aperto.
Proseguendo mi imbatto nella Fontana di Saturno che venne costruita nel 1342 dalla famiglia Chiaramonte per celebrare il primo acquedotto che portò l'acqua dal monte Erice sin dentro le mura della città.
Trapani, Fontana di Saturno ©Valeriaderiso
Trapani, Fontana di Saturno
La fontana è sormontata dalla statua di Saturno, padre protettore di Trapani in età pagana.
Subito di fronte noto una palazzina i cui balconi hanno un curioso decoro... chi indovina cosa ospitavano queste stanze nel primo ventennio del novecento?
Trapani, ex-Casino ©Valeriaderiso
Trapani
Andando avanti arrivo alla Torre dell'Orologio che faceva parte dell’assetto di difesa della città cartaginese costituito da quattro torri d’avvistamento e quattro porte d’accesso che si aprivano su una possente cinta muraria.
Trapani, Porta Oscura e Torre dell'Orologio ©Valeriaderiso
Trapani, Porta Oscura e Torre dell'Orologio
Questa, sormontata dalla torre detta "dell’orologio" per la presenza dell’Orologio Astronomico, realizzato nel 1596 con i quadranti del sole e della luna, è Porta Oscura.
Trapani, Orologio Astronomico ©Valeriaderiso
Trapani, Orologio Astronomico
Continuo la mia passeggiata e arrivo nella Piazza del Mercato del Pesce, che un tempo sorgeva fuori dall'antica cinta muraria; costruita nel 1874,  ha un ampio porticato con archi a tutto sesto ed al centro una fontanella con la Venere che esce dal mare.
Trapani, Piazza Mercato del pesce ©Valeriaderiso
Trapani, Piazza Mercato del pesce
Ristrutturata di recente, la piazza non ospita più il mercato del pesce, come mi illudevo io, ma è utilizzata per eventi culturali, e oggi è ingombra di auto e furgoni, tanto che mi è difficile fare una foto decente.
Da qui parte una stupenda passeggiata di circa un chilometro lungo le Mura di Tramontana fino al Bastione Conca; facevano parte delle mura perimetrali della città durante la dominazione spagnola e sono accessibili dalle due estremità o da scalinate che ne intervallano il tragitto; subito sotto c'è una lunga spiaggia poco fruibile in questi giorni a causa del vento e della forte risacca.
Trapani, Vista dalle Mura di Tramontana e Bastione Conca e Torre di Ligny ©Valeriaderiso
Trapani, Vista dalle Mura di Tramontana: Bastione Conca e Torre di Ligny
Mentre passeggio lungo le mura provo a chiamare Gigliola, dal momento che mi sembra di essere abbastanza vicina a dove sono ormeggiati con Walrus, ma il telefono è occupato; quando sto per tornare indietro mi richiama e mentre rispondo mi affaccio ad un muretto che dà sui vicoli della città e la vedo! scendo rapida le scale che portano alla stradina sottostante ed insieme andiamo verso il mercato del pesce che è accanto al molo dei pescherecci.
Trapani, Porta nelle Mura di Tramontana @Valeriaderiso
Trapani, Porta nelle Mura di Tramontana
Oggi è lunedì ed è risaputo che di lunedì non si dovrebbe comprare il pesce, dato che i pescherecci la domenica non possono uscire a pescare, ma non ne teniamo conto e ci avviciniamo ad un banco dove prendiamo dei naselli. Ne chiedo due, me ne danno tre e me ne regalano uno, il pescivendolo è spiritoso e allegro e il prezzo è buono, per cui non protesto e torno in barca con quasi 1 chilo e 800 grammi di naselli!
Al mio arrivo una bella sorpresa: il problema al motore era dovuto alla parte calda della turbina bloccata. Marco è felicissimo di aver trovato e riparato il guasto da solo, e mi dice che stasera si va a cena fuori per festeggiare!!
Intanto preparo i quattro naselli, semplicemente lessi e conditi con olio, limone e prezzemolo: una montagna di squisitezza.
Mentre mangiamo sentiamo un fitto vociare di rondini... sulla prua di Maramea c'è una riunione in corso.
Trapani, rondini sulla prua di Maramea ©Valeriaderiso
Trapani, rondini sulla prua di Maramea
In serata usciamo, facciamo una passeggiata passando per il centro storico in cerca di una pizzeria dove facciano la pizza senza glutine, ne troviamo una sul lungomare di tramontana, a destra della Piazza del Mercato del Pesce, Amici Miei, che è anche ristorante.  Marco assaggia il Cous cous di pesce, piatto forte della cucina trapanese, e Sara uno splendido piatto di spaghetti con le cozze; io una pizza senza glutine… e devo smettere di provarci! l’unica pizza senza glutine che ho mangiato fin ora degna del nome di pizza è quella di Chez Ugo a Livorno… il resto è una pietosa imitazione, dove la tristezza raggiunge gradi più o meno elevati, sob...
Per fortuna prendiamo anche una porzione di panelle, di farina di ceci, e un dolce senza glutine [buonissimo] che dividiamo io e Marco perché Sara è piena, che mi risollevano l’umore.
La giornata che si prospettava nera invece si è rivelata davvero positiva!
^_^

1 commento:

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