giovedì 29 agosto 2019

2-3 agosto, Scala dei Turchi (AG) e Licata (AG)

Venerdì 2 agosto 2019
Con il fido carrellino vado a comprare la birra in un supermercato vicino. Marco ha scoperto una birra locale con grani di sale, non filtrata che somiglia un po’ alla Ichnusa, si chiama Messina, gli piace molto così faccio un po’ di scorta. Ne approfitto per buttare plastica e vetro e per la prima volta trovo anche un bidone per conferire l’olio vegetale esausto! Evviva! cominciavo a pensare di dovermi portare dietro le bottiglie, dove lo stavo raccogliendo, per tutto il Mediterraneo!
Alle 11:30 lasciamo la Lega Navale di Sciacca e come al solito non c’è vento. Procediamo a motore fino alle 14:30 quando ne arriva un pochino, 7 nodi da SE, di bolina riusciamo a fare 4.5 nodi facendo un bordo un po' fuori per andare a vela.

Il nostro tentativo però fallisce miseramente, dopo solo mezz’ora dobbiamo arrenderci e accendiamo il motore.
Scala dei Turchi (AG) ©Valeriaderiso
Scala dei Turchi (AG)
Navighiamo fino alla Scala dei Turchi, subito prima di Porto Empedocle, dove arriviamo alle 17:45, ci fermiamo per fare un bagno e decidiamo di passare qui la notte.
A questa falesia di roccia sedimentaria si accede attraverso una salita somigliante a una grande scalinata naturale e il nome le deriva dalle passate incursioni di pirateria da parte dei saraceni, genti arabe e, per convenzione, turche.
Scala dei Turchi (AG) ©Valeriaderiso
Scala dei Turchi (AG)
In serata ammiriamo dei bei fuochi d’artificio che si specchiano sul mare.
Avremmo voluto fermarci a Porto Empedocle, dove avremmo potuto incontrare un’altra persona cara che non vediamo da molto tempo, Giovanna che è stata maestra di Sara per un anno (trasferita da qui in Toscana, ve la ricordate cari amici hippie?) e alla quale Sara è rimasta molto affezionata. Purtroppo però non ci è possibile ormeggiare in porto. Che peccato! Bisognerà trovare un’altra occasione. Durante la notte si rolla tantissimo, è impossibile dormire, così esasperati alle 3:30 salpiamo l’àncora e ci dirigiamo verso Licata, dove in ogni caso avevamo pensato di fare una tappa sulla nostra rotta e verso cui ci saremmo mossi domattina.

Sabato 3 agosto 2019
Alle 8:30 arriviamo a Licata, e diamo fondo all’àncora oltre il porto, in corrispondenza dello sbocco del fiume Salso.
Anche qui si rolla abbastanza, ma non in modo esagerato e insopportabile come davanti alla Scala dei Turchi.
Dalla barca, sulla costa, si possono ammirare un cimitero estremamente panoramico a picco sul mare e Castel Sant'Angelo, uno tra i rari esempi di fortezze barocche sorte in Sicilia nel XVII Secolo, edificato su progetto dell'ingegnere Camillo Camilliani (quello della Fontana Pretoria che abbiamo visto a Palermo). Ho letto che questo castello, inaugurato nel 1640, non subì mai attacchi di nessun genere, smilitarizzato, fu adibito a telegrafo ad asta, per servizio di Stato, dal 1849 al 1856; poi ai primi del '900 vi fu impiantato un "semaforo" con un presidio dell'Aeronautica Militare, che continuò a funzionare fino al 1965, anno in cui il Castello fu definitivamente abbandonato, per essere restaurato negli anni '80.
Licata, Castel Sant'Angelo ©Valeriaderiso
Licata, Castel Sant'Angelo e, sotto, il cimitero sul mare
L’acqua è sporca, per niente invitante e piena di polmoni di mare. Sotto la chiglia della barca ne passano a decine, di diverse dimensioni.
Polmone di mare (Rhizostoma pulmo) ©Valeriaderiso
Polmone di mare (Rhizostoma pulmo)
Polmone di mare (Rhizostoma pulmo) ©Valeriaderiso
Polmone di mare (Rhizostoma pulmo)
Il Polmone di mare (Rhizostoma pulmo), che sicuramente molti di voi avranno visto dal vivo perché è una specie comunissima, vive lungo le coste e non si incontra mai molto a largo, è la più grande medusa del Mediterraneo. Può raggiungere i 60 cm di diametro e la superficie esterna dell'ombrella non è urticante. Non so quante volte sulla spiaggia di Tirrenia mi è capitato di impedire ai bambini di sotterrare sotto la sabbia le povere meduse arrivate quasi a riva, dimostrandogli che basta spingerle via, al largo, senza danni; spessissimo Sara veniva a chiamarmi disperata quando le sue rassicurazioni sul fatto che non fossero pericolose non venivano ascoltate. Il Polmone di mare, detto anche Botte di mare per le notevoli dimensioni che raggiunge, si nutre di plancton che aspira attraverso piccole aperture presenti sulle 8 braccia orali, dalla cui forma - che ricorda i polmoni umani - deriva il suo nome. Non uccidiamole e impediamo di farlo a chi non le conosce! Sono cibo per le tartarughe marine!
Nel pomeriggio il vento monta a 25 nodi di maestrale, l’onda che ci ha fatto rollare tutto il giorno si spiana e la calura scioglie la sua morsa. Prima di cena ci spostiamo un po’ più avanti, verso la diga foranea in modo da avere un maggiore ridosso al vento.
Prima di andare a dormire sentiamo il frinire di un grillo vicinissimo e molto forte... controlliamo nel pozzetto ma non riusciamo a trovare nulla.
Durante la nottata il frinire si fa sempre più intenso e forte, tanto da svegliare Marco che ritorna in pozzetto e trova tre grilli enormi, infilati nei buchi dove passano le cime del carrello della randa... impossibile stanarli.
Stanotte non rolliamo, ma ci sono i grilli a fare il concertino.
^_^

4 commenti:

  1. Che bello vedere scatti dal mare di una terra che tanto amiamo e abbiamo visitato.
    Alla Scala dei Turchi ci siamo stati lo scorso autunno, a novembre. Era quasi deserta...
    Non conoscevo le notizie che scrivi sul polmone di mare. Posso solo dire che due settimane fa, in Luguria, uno di loro è arrivato fino a riva. Se ne sono accorti perché un bagnante è stato urticato...e il polmone di mare ha fatto una brutta fine.
    Mi piace leggere il vostro diario, posso sentire l'odore del mare...
    Un abbraccio
    Ester

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Immagino che bellezza la Scala dei Turchi deserta... dalle foto che mi hai mandato sembra quasi un posto inventato, fuori dal tempo...
      Il Polmone, poverino, fa sempre una brutta fine quando arriva a riva... i suoi tentacoli non sono granché urticanti, bisogna proprio metterci le mani in mezzo, mi è capitato molte volte di toccarli, è probabile che insieme ai Polmoni siano arrivate a riva anche le - assai più piccole e poco visibili - Pelagie, quelle rosa/porpora che hanno anche l'ombrellino urticante, forse il signore è rimasto urticato da quelle e ne ha fatto le spese il Polmone, chissà...
      Sono felice che ti piaccia questo diario, che per me è una specie di filo continuo che mi tiene legata a tutti i miei amici. Un abbraccio forte!

      Elimina

Grazie di essere qui! se hai voglia di dirmi qualcosa, sarò felice di risponderti ^_^