Nessuno basta a se stesso...
ma l'uomo, nella sua arroganza, pensa di poter predare la terra all'infinito senza conseguenze.
In una frenesia di crescita incessante non vede più la bellezza della vita che abita i gli oceani, le foreste, la natura tutta, ma solo ciò che possono portare alla nostra specie, solo ciò che ci permette di produrre.
L'uomo pensa, appunto, di bastare a se stesso, dimenticando di fare parte di un ecosistema che si regge su un equilibrio millenario, un equilibrio che il genere umano sta incoscientemente alterando in maniera irreversibile, innescando una trappola che gli si ritorcerà contro.
In soli 200 anni abbiamo stravolto 4 miliardi di anni di storia naturale.
Un esempio tra tanti: negli oceani vagano 46.000 kmq di plastica; ogni anno disperdiamo in mare 6 miliardi di kg di rifiuti di plastica, plastica che non si degrada, ma si microframmenta, viene mangiata dai pesci e poi? indovinate in quali altri stomaci arriva? Avvelenare il mondo fino a questo punto significa avvelenare anche noi.
Queste sono solo alcune delle riflessioni che spinge a fare Yann Arthus-Bertrand, il fotografo, giornalista, ambientalista e anche regista di magnifici progetti (l'ultimo in ordine di uscita "Human") in due film da non perdere Home (2010) e Planet Ocean (2012).
Vi invito a guardarli, magari insieme ai vostri figli, a farli circolare.
Vi renderete conto, in modo ancora più chiaro e drammatico, del disastro verso cui stiamo andando.
A me, mentre li guardavo, veniva da piangere.
Tuttavia entrambi i film si concludono con un pensiero che lascia aperta la porta alla speranza: tutti noi, anche con i piccoli gesti quotidiani, possiamo fare qualcosa per cambiare rotta.
Continuare a essere su questo pianeta dipende da ognuno di noi.
Come dice Arthus-Bertrand "non c'è tempo per essere pessimisti, né per rassegnarsi, le soluzioni esistono [e nei suoi film ce le mostra] ...bisogna applicarle".
La strada della consapevolezza è faticosa, ma è necessario intraprenderla, una volta fatto il primo passo non si torna indietro, non si può far finta di "non sapere".
...in premio: il futuro.
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