Sono diversi mesi che seguiamo questa faccenda. E' venuto il momento di parlarne.
Vi avvertiamo, ci sono un po' di link in questo post, ma vale la pena di andare a leggere tutte le cose che segnaliamo, per farsi un quadro completo della situazione.
Lo scorso anno a fine maggio la IARC (Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro), agenzia dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), ha lanciato un allarme su i cellulari e i sistemi Wi-Fi.
Il Corriere.it il 31 maggio 2011 ne ha parlato in un articolo, in cui specificava che erano necessari altri approfondimenti.
Proprio oggi, nella home page della IARC è presente tra le news la pubblicazione della relazione finale della ricerca.
Tre giorni fa su Repubblica.it è comparso un articolo di Riccardo Stagliano, intitolato "Cellulari, precauzioni e consigli per usarli in modo sicuro", ma in realtà leggendolo ci si rende conto che l'unico modo sicuro di usare i cellulari è NON usarli: la IARC ha classificato le radiazioni dei cellulari nella categoria 2B (sospetti cancerogeni per l’uomo, sulla base di evidenza limitata nell’uomo e evidenza non del tutto sufficiente negli animali da esperimento oppure di evidenza sufficiente negli animali ed evidenza inadeguata nell’uomo) in una scala di 5 categorie dove il 2A è "probabile cancerogeno" e 1 è "cancerogeno certo".
Le radiazioni emesse dai cellulari sono di tipo non ionizzante (cioè non spezzano direttamente i legami del DNA come i raggi X), vengono assorbite dal corpo modificando il metabolismo del glucosio nel cervello, alterando il funzonamento delle cellule e provocando un effetto biologico.
Vi siete mai chiesti come mai molti manuali di istruzioni dei cellulari consigliano di tenerli a una certa distanza dal corpo?
E sapete che già dal 1999 i Lloyd's non rimborsano eventuali danni alla salute provocati dai cellulari?
La prima cosa che Stagliano fa notare all'inizio del suo articolo, e che ci ha colpito tantissimo, è che il dibattito sulla questione della pericolosità dei cellulari è molto controverso e confuso, e che questa confusione non è casuale, visto che i conflitti di interesse sono enormi. Basti solo pensare che se le ricerche sulla materia sono pagate dall'industria, la probabilità di trovare un effetto nocivo è del 28%, la percentuale sale vertigionsamente al 67% quando i fondi sono indipendenti!!!
Le emissioni aumentano considerevolmente quando si è in auto, perché la carrozzeria fa da schermo e il cellulare deve, per così dire, "pompare" di più per trasmettere il segnale, dunque anche quelli dichiarati come "a basse emissioni" diventano molto pericolosi; l'auricolare fa da antenna portando le emissioni dall'apparecchio al nostro corpo, per non parlare del fatto che se teniamo il cellulare appeso al collo (come faccio spesso io, ahimé, che pure uso sempre l'auricolare da tempo) il danno, inversamente proporzionale alla distanza, va diretto al cuore e agli altri organi...
Nel’93 l’industria delle telecomunicazioni (Ericsson e Motorola) ha investito 25 milioni di dollari in una serie di ricerche, per dimostrare che i cellulari non sono dannosi.
Non ne sentirete mai parlare, perché dimostrarono proprio il contrario: i risultati della ricerca furono acquistati dai due colossi della telefonia e furono divulgati solo i dati positivi (viene da chiedersi quali fossero!!!)
Nel 1991 in Italia c'erano 4 milioni di cellulari oggi sono più di 40 milioni.... trovate un po' di tempo per guardare la puntata di Report del 27 novembre 2011 dove si è parlato di questa cosa, giusto per aprire un po' gli occhi. Una chicca: durante la puntata venne intervistata un'alta funzionaria dell’Istituto Superiore della Sanità, Susanna Lagorio, che sosteneva di non sapere nulla dell'allarme emanato dal Consiglio superiore della Sanità, guardate la sua faccia durante l'intervista e poi arrivate in fondo alla relazione finale della IARC (datata 3 ottobre 2011) e guardate nella lista dei principali "Investigators" chi compare per l'Italia? indovinato! Susanna Lagorio...
Insomma cosa fare?
Dal momento che oramai siamo schiavi di questa teconologia (anche tra gli uomini comuni si tende a far finta di nulla, quasi a difendere i cellulari, come per le sigarette, solo perché sono diventati una necessità), la prima cosa da fare è limitarne l'uso allo stretto necessario, cercare di avere conversazioni brevi, e ASSOLUTAMENTE NON FARLI USARE AI BAMBINI, se non in caso di effettivo bisogno!
Ah! che ve lo dico a fare: il Ministero della Salute, ad oggi, non ha raccolto l'invito del Consiglio superiore di sanità a promuovere l'uso degli auricolari e la raccomandazione per i bambini di limitare l'uso alle situazioni di necessità e intanto... all'ultima asta per le frequenze della banda larga mobile (settembre 2011), la 4 g, il governo italiano ha incassato circa 3,9 miliardi di euro...
Proprio oggi, nella home page della IARC è presente tra le news la pubblicazione della relazione finale della ricerca.
Tre giorni fa su Repubblica.it è comparso un articolo di Riccardo Stagliano, intitolato "Cellulari, precauzioni e consigli per usarli in modo sicuro", ma in realtà leggendolo ci si rende conto che l'unico modo sicuro di usare i cellulari è NON usarli: la IARC ha classificato le radiazioni dei cellulari nella categoria 2B (sospetti cancerogeni per l’uomo, sulla base di evidenza limitata nell’uomo e evidenza non del tutto sufficiente negli animali da esperimento oppure di evidenza sufficiente negli animali ed evidenza inadeguata nell’uomo) in una scala di 5 categorie dove il 2A è "probabile cancerogeno" e 1 è "cancerogeno certo".
Le radiazioni emesse dai cellulari sono di tipo non ionizzante (cioè non spezzano direttamente i legami del DNA come i raggi X), vengono assorbite dal corpo modificando il metabolismo del glucosio nel cervello, alterando il funzonamento delle cellule e provocando un effetto biologico.
Vi siete mai chiesti come mai molti manuali di istruzioni dei cellulari consigliano di tenerli a una certa distanza dal corpo?
E sapete che già dal 1999 i Lloyd's non rimborsano eventuali danni alla salute provocati dai cellulari?
La prima cosa che Stagliano fa notare all'inizio del suo articolo, e che ci ha colpito tantissimo, è che il dibattito sulla questione della pericolosità dei cellulari è molto controverso e confuso, e che questa confusione non è casuale, visto che i conflitti di interesse sono enormi. Basti solo pensare che se le ricerche sulla materia sono pagate dall'industria, la probabilità di trovare un effetto nocivo è del 28%, la percentuale sale vertigionsamente al 67% quando i fondi sono indipendenti!!!
Le emissioni aumentano considerevolmente quando si è in auto, perché la carrozzeria fa da schermo e il cellulare deve, per così dire, "pompare" di più per trasmettere il segnale, dunque anche quelli dichiarati come "a basse emissioni" diventano molto pericolosi; l'auricolare fa da antenna portando le emissioni dall'apparecchio al nostro corpo, per non parlare del fatto che se teniamo il cellulare appeso al collo (come faccio spesso io, ahimé, che pure uso sempre l'auricolare da tempo) il danno, inversamente proporzionale alla distanza, va diretto al cuore e agli altri organi...
Nel’93 l’industria delle telecomunicazioni (Ericsson e Motorola) ha investito 25 milioni di dollari in una serie di ricerche, per dimostrare che i cellulari non sono dannosi.
Non ne sentirete mai parlare, perché dimostrarono proprio il contrario: i risultati della ricerca furono acquistati dai due colossi della telefonia e furono divulgati solo i dati positivi (viene da chiedersi quali fossero!!!)
Nel 1991 in Italia c'erano 4 milioni di cellulari oggi sono più di 40 milioni.... trovate un po' di tempo per guardare la puntata di Report del 27 novembre 2011 dove si è parlato di questa cosa, giusto per aprire un po' gli occhi. Una chicca: durante la puntata venne intervistata un'alta funzionaria dell’Istituto Superiore della Sanità, Susanna Lagorio, che sosteneva di non sapere nulla dell'allarme emanato dal Consiglio superiore della Sanità, guardate la sua faccia durante l'intervista e poi arrivate in fondo alla relazione finale della IARC (datata 3 ottobre 2011) e guardate nella lista dei principali "Investigators" chi compare per l'Italia? indovinato! Susanna Lagorio...
Insomma cosa fare?
Dal momento che oramai siamo schiavi di questa teconologia (anche tra gli uomini comuni si tende a far finta di nulla, quasi a difendere i cellulari, come per le sigarette, solo perché sono diventati una necessità), la prima cosa da fare è limitarne l'uso allo stretto necessario, cercare di avere conversazioni brevi, e ASSOLUTAMENTE NON FARLI USARE AI BAMBINI, se non in caso di effettivo bisogno!
Ah! che ve lo dico a fare: il Ministero della Salute, ad oggi, non ha raccolto l'invito del Consiglio superiore di sanità a promuovere l'uso degli auricolari e la raccomandazione per i bambini di limitare l'uso alle situazioni di necessità e intanto... all'ultima asta per le frequenze della banda larga mobile (settembre 2011), la 4 g, il governo italiano ha incassato circa 3,9 miliardi di euro...
:o(
Nessuno... e dico davvero NESSUNO... controlla il SAR quando compra un cellullare. E praticamente MAI c'è il livello di SAR nei libretti che accompagnano i cellulari. Questo è inammissibile.
RispondiElimina@ Sarah quello che dici è vero, come non è vero che più il cell costa più basso è il SAR come vogliono farci credere.
EliminaIl problema vero, oltre al fatto che come al solito tutto gira intorno ad interessi economici enormi, secondo me siamo noi, nel senso che la maggior parte delle persone preferisce non sperle queste cose, perché sono scomode, creano seccature, pongono problemi... mi aspettavo un fiume di commenti, se non qui su FB dove ho condiviso questo post, e invece niente... come vedi, non interessa, o tutto viene liquidato con un "seee, vabbé, ma figurati..." e simili.
ecco.
RispondiEliminacome ti dicevo da me, io dalla puntata di report in poi uso e faccio usare all'ometto l'auricolare. sempre.
e siccome (questo di là non lo dicevo), da report avevo appreso che gli stessi danni che fanno i cellulari li fanno i cordless (!!!!), da allora mi sono installata un telefono fisso in cucina con 8 metri di cavo della cornetta (almeno in tutta la zona giorno ci arriva) e a casa parliamo da quello.
il cordless se lo uso, lo uso solo io (l'ometto no) per telefonate molto brevi e non lo appoggio all'orecchio.
grazie per il post. è prezioso.
baci baciuzzi ♥♥♥
@ Franny si, lo so, anche i cordless, e purtroppo, anche se meno, anche l'auricolare veicola le radiazioni. Io lo uso da moltissimo tempo, anche perché lo trovo più comodo, e quelle rare volte che la Gnoma parla al cell con la nonna o gli zii lo fa con l'auricolare e per meno di un minuto... però, ora parlare al telefono mi piace ancor meno di prima.
EliminaQuello che mi chiedo ora è, come faremo ora io e te visto che io il fisso non ce l'ho...
una soluzione si troverà...
baci baciuzzi a te
Post prezioso, interessantissimo, estremamente documentato e molto, molto inquietante. Perchè oggi, inutile negarlo, il cellulare lo usiamo tutti, quando addirittura non ne possediamo più di uno… E, giusto per rincarare la dose, ti segnalo questo articolo con la preghiera, se ti va, di darne diffusione. Dai, facciamo l'uraganooooo!!!! :-)
RispondiElimina@ Viviana ho letto l'articolo: la solita storia, un po' come per le piantagioni di cacao, bambini sfruttati e maltrattati in nome dell'arricchimento di pochissimi. E l'occidente che consuma inconsapevole o, peggio, come le tre scimmie "non vedo, non sento non parlo"...
Eliminaprima di leggermi l'articolo di viviana b. scrivo: ma se ci chiamiamo una volta a settimana? anziché tutti i giorni? dici che ce la possiamo fare a non soccombere all'astinenza e salvarci qualche neurone??? <3<3<3
RispondiElimina@ Franny io dico senz'altro di si!!!
EliminaÈ veramente inquietante. Anche perché i danni appaiono dopo una decina d'anni. Avevo letto che tra quelli che sviluppano un tumore al cervello, gli utilizzatori di cellulari lo sviluppano dal lato che è in contatto o prossimità del cellulare.
RispondiEliminaMi sa che stiamo facendo come per gli elementi radioattivi, che erano usati alla leggera (vi ricordate le sveglie con le cifre fosforescenti??). Tra qualche decina d'anni saremo considerati degli ingenui. Bisognerebbe esigere delle norme di sicurezza più strette e delle ricerche indipendenti, ma l'industria delle comunicazioni è sempre più ricca e fa di tutto per proteggere il suo mercato.
@ Serena su talmente tante cose ci sarebbe da esigere un'etica diversa, che invece viene schiacciata impunemente dalle regole del mercato, che ormai governa tutto, dai vaccini alla tecnologia... ci sono molte moltissime cose contro cui combattere, a me a volte sembra di vivere in un paradosso!
RispondiEliminaPennac ha scritto un pezzo bellissimo a proposito del dominio dell'immagine e degli interessi del mercato in "Diario di scuola" che sto finendo di leggere in questi giorni (libro fantastico, dovrebbero leggerlo tutti gli insegnanti), ne farò un post perché è davvero bello e tristemente vero.