martedì 9 giugno 2015

* tesori del mare - ricci di sabbia (Echinocardium cordatum)

Alla fine di maggio, durante una passeggiata sulla spiaggia tra Tirrenia e Marina di Pisa, dopo una mareggiata il bagnasciuga era pieno di gusci di conchiglie, resti di posidonia e legnetti di ogni genere; tra questi ho avuto la fortuna di trovare tre gusci di una specie di riccio poco comune e difficilissimi da trovare intatti, perché fragilissimi.
Sono conosciuti come ricci di sabbia perché vivono sui fondali sabbiosi scavandosi una nicchia di 10-20 cm nel sedimento, da cui lasciano fuoriuscire lunghi pedicelli con i quali raccolgono le particelle di detriti organici di cui si nutrono. I loro aculei, di cui questi esoscheletri delle foto sono privi, sono talmente fini e uniformi da avere l'aspetto di una peluria, ma se non maneggiati con attenzione pungono - poco - esattamente come quelli dei loro "cugini" più noti.
Dalla loro forma a cuore deriva il nome scientifico Echinocardium cordatum.
Riccio di sabbia - Echinocardium cordatum
Riccio di sabbia - Echinocardium cordatum
Come si può notare dal disegno "a stella", che caratterizza la parte superiore, i ricci fanno parte dello stesso phylum* delle stelle marine, così come le oloturie (o cetrioli di mare), le ofiurie (o stelle serpentine) e i crinoidi.
Riccio di sabbia - Echinocardium cordatum
Riccio di sabbia - Echinocardium cordatum
Nella foto qui sotto sulla mia mano il più grande dei tre ricci, che conteneva i due minuscoli gamberetti in basso a sinistra e una serie di piccolissime Mimachlamys varia, bivalvi molto comuni in tutto il Mediterraneo.
Mimachlamys varia e Echinocardium cordatum
Mimachlamys varia e Echinocardium cordatum
:o)

[* è il gruppo tassonomico gerarchicamente inferiore al "regno" e superiore alla "classe". Gli organismi dello stesso phylum hanno un piano strutturale comune, non necessariamente evidente dalla morfologia esterna.]

9 commenti:

  1. Ma che belli! Io non sono molto "marina", ma ricci così non li avevo proprio mai visti. Proprio vero che qui da te non si finisce mai d'imparare! :-) Ma i gamberetti... se li erano mangiati?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Viviana! no, non è stato il riccio a mangiare i gamberetti, perché questi animali si nutrono di detriti organici, ma credo piuttosto il contrario: i gamberetti hanno mangiato quello che rimaneva della "polpa" all'interno del riccio spiaggiato, o forse vi hanno cercato rifugio e sono rimasti all'asciutto anche loro...

      Elimina
  2. La Natura...che doni meravigliosi e inaspettati in una passeggiata!

    RispondiElimina
  3. hai trovato la Chlamys varia! Io la cerco come una pazza per un progetto!!
    ...che fai me le mandi? ;)
    in Spagna è un bivalve famoso e commerciale, ci fanno pure le torte e la chiamano amichevolmente "Zamburina" con la gn spagnola. Buonissima, come una capasanta piccolina...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Francy qui ce ne sono tantissime... tutte piccoline eh, però ne trovo tante sul bagnasciuga... ma davvero ti servono?? Trovo anche qualche capasanta piccolina...

      Elimina
  4. Ok, se non le trovo facilmente qui, vengo a farti una visista a spese dell'Ateneo!ma dobbiamo anche trovare un pescatore che ce le vada a prendere.....
    Dalla Bibliografia risulta che in Campania sono a Procida, e sto muovendo un pò di pescatori del luogo per trovarle. Ti faccio sapè! Mi servono anche le capesante si si

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ah ma a te servono vive e con entrambe le valve... io le trovo così come le vedi, spiaggiate e senza mollusco. In ogni caso qui si fanno le telline, che chiamano arselle, con un attrezzo che si chiama arsellaio, e guarda un po' io ce l'ho! solo che bisognerebbe trovare una giornata di mare calmo - difficilissimo in questo periodo con il fetch che c'è - e soprattutto andare in acqua prima che diventi gelida... o avere una muta anche quella ce l'ho ma chssà se mi entra ancora!). Però ci sono sempre gli arsellai a cui chiedere se ne trovano... insomma si può fare... e poi vuoi mettere? una scusa del genere per venire!!

      Elimina
  5. Io faccio subacquea, quegli scheletri lì lì ho visti praticamente in tutti i mari che ho visitato in genere alla base sabbiosa di pareti e di solito fra i 20 e i 40 metri, ce ne sono di grandi come grosse mele.
    Penso che siano espulsi dalla sabbia una volta morti e che non sia semplice vederli spiaggiati perché al minimo trauma si sbriciolano

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti Stefano, credo anche io sia difficile, perché effettivamente sono fragilissimi, restano spiaggiati durante le mareggiate sui litorali dai fondali sabbiosi e bassi, come quelli di qui (Tirrenia-Marina di Pisa). Di solito ne trovo numerosi, ma tutti rotti, questi sono stati un vero colpo di fortuna! Immagino come sia bello vederli vivi e grandi come è successo a te!

      Elimina

Grazie di essere qui! se hai voglia di dirmi qualcosa, sarò felice di risponderti ^_^